Parco, è scontro anche sul commissario

La nomina per decreto spetta a Berlusconi. Febbo: querelo se non è vero

PESCARA. La questione Parco della costa teatina continua a tenere banco. Dopo le polemiche e gli scontri politici sulle ipotesi di perimetrazione, l'interesse si è spostato al ministero dell'Ambiente dove, a seguito della scadenza dei termini dettati della legge e considerata l'assenza di una proposta unitaria da parte di Regione e Comuni interessati, appare inevitabile la nomina di un commissario, l'ennesimo in Abruzzo. Chi sarà il commissario chiamato a gestire l'iter istitutivo del quarto parco nazionale in Abruzzo? Quali i criteri? E quali i tempi?

L'ITER.
Il commissario sarà nominato con decreto del Presidente del consiglio, le indicazioni su chi possa essere e quali siano i tempi entro i quali debba essere scelto, non sono contemplate dalla legge istitutiva del Parco. Spetterà al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo gestire una situazione quantomai originale e definita «magmatica» con un atteggiamento cauto che possa mettere d'accordo i contendenti sul Parco. C'è chi, come la Costituente "Vogliamo il Parco" rappresentata da Lino Salvatorelli, che auspica la nomina di un funzionario che conosca bene il caso-Abruzzo, c'è chi chiede una proroga dell'istituzione. E c'è chi come l'assessore Mauro Febbo (Pdl), presidente del Tavolo di coordinamento degli enti locali che, oltre a ribadire di voler fare pressione sui parlamentari del suo partito affinché la legge sul Parco venga abrogata, non si arrende alla prospettiva del commissario.

FEBBO.
«Sono costantemente in contatto con il ministero e mai nessuno a Roma si è espresso né sulla perimetrazione né sul commissario del Parco», afferma mettendo in dubbio quanto riportato sul Centro di ieri e prendendosela «con qualche ambientalista dell'ultima ora». Febbo ieri era a Roma e voleva andare anche al ministero: «In caso di non veridicità delle notizie diffuse sarò costretto a rivolgermi alla magistratura», aveva detto. Le notizie non sono state smentite così come con i dirigenti del ministero è rimasto l'appuntamento del 12 ottobre che Febbo aveva in agenda per portare avanti il suo progetto del "Parco a isole". Non solo. «Intendo anche verificare le perimetrazioni che ad oggi non sono pervenute sul Tavolo, unico organo preposto a raccogliere gli atti deliberativi necessari alla costituzione del Parco», ha aggiunto l'assessore.

IL CASO GARGANO.
Ma è sul chiodo del commissario che Febbo continua a battere. «Il 30 settembre la Corte costituzionale ha revocato il commissario del Parco del Gargano nominato dal ministero dell'Ambiente poiché non aveva tenuto conto del parere della Regione Puglia», cita come esempio, «quindi invito le amministrazioni comunali a collaborare con la Regione e tenere conto del ruolo e del lavoro svolto dal Tavolo di coordinamento del Parco».

ACERBO.
Uno spunto subito smentito dal consigliere regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo: «La vicenda del Gargano non ha nulla a che fare con la Costa teatina, Febbo ancora una volta distorce la realtà. La Corte costituzionale non ha bocciato la nomina del commissario da parte del ministero perché "non aveva tenuto conto del parere della Regione Puglia" ma perché il parere non l'aveva proprio chiesto. In particolare nel caso del Gargano il ministro dell'Ambiente ha provveduto alla nomina del nuovo commissario straordinario, ma non l'ha fatta precedere dall'avvio e dall'effettiva prosecuzione dell'istruttoria finalizzata all'intesa prevista dalla legge. Nel caso del Parco nazionale della Costa teatina invece la Regione Abruzzo è stata ripetutamente interpellata nell'arco di ben 10 anni».

«Febbo», commenta Acerbo, «ha già perso ogni credibilità tradendo il mandato ricevuto a presiedere il Tavolo di coordinamento, ora si rende ridicolo minacciando querele. Mi ricorda Emilio Fede», aggiunge, «che ha annunciato querele nei miei confronti dimenticando che è lui l'indagato per favoreggiamento della prostituzione mica il sottoscritto. E' una situazione sconcertante e inaudita. Invece di minacciare querele, l'assessore Febbo scriva una bella lettera di dimissioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA