Sevel, allarme rosso assenteismo

Nei primi sei mesi dell'anno è al 13%, tra i più alti del gruppo Fiat

ATESSA. Sevel fabbrica di assenteisti? Per la direzione dell'azienda del gruppo Fiat, che ad Atessa produce veicoli commerciali con la francese Psa (Peugeot e Citroen), nel primo semestre 2010, in Val di Sangro, ci sono stati troppi certificati medici. Secondo Fiom-Cgil, l'industria avrebbe lamentato una percentuale del 13% di assenti per malattia tra le maestranze, che sfiorano in totale le 6200 unità. Cifra tra le più alte, in questo momento, negli stabilimenti Fiat. Ma il tasso di assenteismo farebbe più scalpore perché andrebbe letto solo in rapporto al numero di operai, più di cinquemila.

Il problema c'è e non lo nascondono nemmeno i sindacati, anche se l'analisi del fenomeno è diversa rispetto all'azienda. Al punto che oggi, l'argomento sarà uno dei temi caldi al centro di un tavolo su sicurezza e salute. Nei giorni scorsi, ha suscitato scalpore la scelta della direzione Sevel di inviare ad alcune decine di lavoratori una lettera di richiamo per segnalare l'eccessivo assenteismo nel primo semestre 2010. Per la Fiom, che ha denunciato l'accaduto, la lettera equivale a «una minaccia di licenziamento». L'azienda scrive, tra l'altro, «di riservarsi ulteriori e più approfondite valutazioni e decisioni in merito alla prosecuzione del rapporto di lavoro».

Secondo Marco Di Rocco, segretario provinciale Fiom, «la prima cosa da fare è reclamare chiarezza» sostiene. «Quelle lettere non ci sono piaciute. La Sevel deve dire che non ha intenti minacciosi, perché con le intimidazioni non si risolvono i problemi dell'assenteismo».

La Fiom ha una diversa chiave di lettura del fenomeno. «Nel reparto montaggio le assenze sono più alte, ma i ritmi e carichi di lavoro sono pesanti ed è normale che ci si ammali di più» spiega Di Rocco. «La Sevel ha colpito nel mucchio perché ha inviato le lettere anche a dipendenti con patologie croniche. Dalla fine del 2008, quando sono stati licenziati 1400 precari, l'azienda ha rimesso sulle linee anche gli inidonei, lavoratori che non potrebbero starci per problemi di salute, e sta usando il sistema del 3 per 2, cioè mette 3 inidonei dove servirebbero 2 soggetti cosiddetti sani. Una logica da supermercato» prosegue Di Rocco. «Innanzitutto, vogliamo che l'azienda spieghi qual è il problema, sulla base di dati e di un'analisi obiettiva. Poi, qualora fosse confermato l'assenteismo, si apra un tavolo di discussione al quale non ci sottrarremo» interviene Nicola Manzi, segretario Uilm di Chieti. «Perché quel che non ci piace sono le soluzioni unilaterali da parte di Sevel».

«Che La Fiat non può usare metodi che ci riportano indietro di 50 anni, lo ha dichiarato lo stesso segretario nazionale Bonanni» premette Domenico Bologna, segretario provinciale Fim-Cisl. «Ma non possiamo negare la questione assenteismo, anche se siamo disposti come sempre a discuterne con l'azienda per trovare soluzioni. Se invece la Sevel volesse fare da sola, in quel caso non ci troverà daccordo».

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