Sevel, le Rsu approvano il contratto Fiat

Anche dalla fabbrica del Ducato arriva la conferma dell'accordo che ha cambiato per sempre i rapporti tra sindacati e Lingotto: il modello Marchionne passa per 20 sì a 8

ATESSA. Anche la Sevel dice sì al contratto del 13 dicembre del gruppo Fiat destinato ai suoi 86mila dipendenti in Italia. In linea con i risultati nazionali, le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) della fabbrica del Ducato hanno confermato l'accordo che ha cambiato per sempre i rapporti tra sindacati e Lingotto. Ieri il voto in fabbrica. A ratificare o contestare l'accordo sono intervenute 28 Rsu su 51.

Il risultato, schiacciante, ha dato ragione alla Fiat per 20 voti favorevoli contro 8 contrari, tutti della Fiom. Dei 20 voti a favore, la maggioranza, 14 schede, è andata alla Fim, mentri gli altri si sono divisi tra Uilm, Fismic e Ugl. «Abbiamo l'ennesima conferma che il contratto è stato recepito bene dai lavoratori», commenta Domenico Bologna, segretario provinciale Fim-Cisl. «Tre delle nostre Rsu erano assenti, ma avevano comunque dato mandato di votare a favore. Si tratta di un segnale positivo perché vuol dire che i lavoratori Sevel hanno capito che quello firmato, il 13 dicembre scorso, con la Fiat era l'unico contratto oggi possibile e, soprattutto, non si lascia mano libera alla Fiat».

Un appello è rivolto alla Fiom. «Dobbiamo cercare di ritrovare un minimo di unità sindacale», prosegue Bologna, «e pensare a un modo per far rientrare la Fiom in fabbrica. Di fatto, dal primo gennaio circa il 30% della fabbrica non sarà rappresentato».

«Il voto rispetta in pieno i regolamenti vigenti», sottolinea invece Nicola Manzi, segretario provinciale Uilm-Uil. «E' un fatto positivo e di certo nei prossimi mesi parte l'impegno comune a spiegare meglio nel dettaglio il contratto. Finora è stata fatta disinformazione: i lavoratori devono sapere che c'è continuità contrattuale e che si può guardare al futuro con fiducia». Resta da capire quale significato attribuire all'assenza di 23 Rsu. «Questo genere di convocazioni non sono mai plenarie», ha spiegato Manzi, «ma anche gli assenti della Uilm avrebbero votato a favore».

Qualche defezione si è avuta anche in Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, che tuttavia critica la modalità del voto. «Avevamo chiesto il voto segreto», commenta il segretario provinciale, Marco Di Rocco, «per smascherare il ricatto delle segreterie provinciali sui propri rappresentanti, ma non ci è stato concesso. Così come il fatto di non votare il giorno della Squilla (la tradizionale giornata lancianese dedicata agli auguri e alla visita dei propri cari ndc). Molte Rsu erano assenti per malattia o per ferie e il voto non si può certo dire che sia stato libero».

La Fiom, tuttavia, punta ora al referendum. Come annunciato nei giorni scorsi dal segretario nazionale del sindacato, Maurizio Landini, in visita in Val di Sangro, in diverse assemblee con i lavoratori: «La parola tocca ora ai veri destinatari del contratto». In Sevel sono state già raccolte 1.600 firme per il referendum.
Intanto, si è votato per il contratto del 13 dicembre anche alla ex Ergom (Magneti Marelli), azienda di proprietà del gruppo Fiat dove si producono plance e serbatoi per la Sevel. Tre le Rsu al voto, due per la Fiom e una per la Fim. Il risultato si è, quindi, capovolto, due voti contrari e solo uno favorevole alla linea Marchionne.

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