Atessa

Sevel, un miliardo di euro per il furgone del 2019

Dopo l’annuncio sul prolungamento della partnership, Fiat e Psa elaborano gli investimenti su Atessa. I sindacati: "L’Abruzzo deve farsi trovare pronto"

LANCIANO. La conferma della joint-venture in Sevel tra Fca (Fiat Chrysler) e Psa Peugeot-Citroen torna a far sperare la Val di Sangro e l'Abruzzo. Dopo l'annuncio da parte di Fca di voler proseguire con i partner francesi fino al 2027 e di lanciare il nuovo modello del Ducato nel 2019, in migliaia tra lavoratori diretti e dell'indotto tirano un sospiro di sollievo. Se per il restyling del furgone commerciale made in Sevel è stato impegnato un investimento di 700milioni di euro, per il nuovo modello si parla già di oltre un miliardo di euro di investimenti. Soldi che arriveranno a riossigenare il terreno della Val di Sangro reso ormai arso dalla crisi. Ma bisogna farsi trovare pronti.

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«Lo diciamo da anni», interviene Domenico Bologna, «segretario Fim Abruzzo e Molise, «bisogna intervenire sulle infrastrutture e rendere questo territorio più appetibile e competitivo. Oggi dovremmo partire da questo investimento per costruire il nuovo sistema industriale abruzzese».

Sulla conferma della joint-venture Bologna è certo: «E' frutto del lavoro che la Fim, prima organizzazione sindacale in Sevel, ha svolto finora. Dobbiamo smetterla di gridare al lupo al lupo. In passato qualcuno ha spinto sulle paure degli operai dipingendo la Fiat come un'azienda che preparava il terreno per andare all'estero. Di fatto oggi Fiat è l'unica azienda che sta investendo in Italia».

Soddisfatto anche Nicola Manzi, segretario Uilm Chieti-Pescara: «Questo è un segnale estremamente positivo, la Sevel rappresenta il pilastro economico e produttivo dell'industria metalmeccanica in Abruzzo. In forza di questo importante investimento sarebbe opportuno riavviare un tavolo con Fiat per sviluppare ulteriormente l'indotto visto che è fermo ad un 15% circa».

Per Roberto Salvatore, segretario provinciale Fismic, questo può essere il momento «anche per la ripresa delle assunzioni»: «A questo risultato abbiamo lavorato duramente per anni: mentre altri prevedevano futuri bui per Sevel, noi con gli accordi e le politiche degli ultimi tre anni abbiamo consentito che arrivassero certezze occupazionali. Gli investimenti sono sempre frutto della collaborazione con le parti sindacali: fare è più difficile che protestare».

Commento positivo anche da parte della Fiom, per voce del segretario provinciale Davide Labbrozzi: «Siamo stati sempre attenti alla data della scadenza della joint-venture e negli anni passati abbiamo più volte chiesto chiarimenti e questa notizia non può che suscitare un giudizio positivo. Oggi che c'è la certezza di un futuro produttivo», prosegue Labbrozzi, «chiediamo a Fiat di riprendere una discussione seria con Fiom per ridare dignità al tavolo sindacale. E ci aspettiamo anche un incremento occupazionale in Sevel visto che siamo lontani dai numeri del passato».

Intanto nello stabilimento di contrada Saletti si continua a produrre a ritmi sostenuti con una media di circa 1.050 furgoni al giorno. Secondo le previsioni quest'anno la produzione dovrebbe perfino superare i 220mila furgoni previsti.

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