Traffico illecito di rifiuti verso Abruzzo e Puglia: otto arresti, cinque aziende coinvolte

L'operazione "Spiderman" ha smantellato un vasta organizzazioni criminale radicata in Abruzzo e diramazioni sul territorio nazionale. Coinvolte 23 persone e impianti di festione rifiuti, trasportatori, intermediari e imprenditori per un lucro di oltre 3 milioni di euro. Accertata la complicità della Polizia provinciale. Coinvolti due impianti di smaltimento in Abruzzo e in Puglia che raccoglievano 80 mila tonnellate di rifiuti speciali

PESCARA. Scoperto un ingente traffico di rifiuti dal Noe di Pescara. Ventitre le persone coinvolte e cinque le aziende. Otto persone sono state arrestate.

L'operazione ''Spiderman'' ha consentito la disarticolazione di un'organizzazione criminale costituita in Abruzzo, con altre diramazioni in ambito nazionale, dedita al traffico illecito di rifiuti speciali anche pericolosi, che avveniva con la sistematica complicità di impianti di gestione rifiuti, trasportatori, intermediari, imprenditori, laboratori di analisi e compiacenti discariche.

Fulcro delle attività illecite era un impianto di stoccaggio e selezione rifiuti operante nella zona industriale di Lanciano, regolarmente autorizzato alla gestione rifiuti.

I responsabili del traffico, attraverso l'illecita miscelazione dei rifiuti, simulando operazioni di selezione, trattamento e recupero con la sistematica falsificazione dei documenti analitici e di trasporto, per anni hanno illecitamente smaltito principalmente presso due discariche - una abruzzese ed una pugliese - ingenti quantitativi di rifiuti speciali sostenendo costi molto contenuti. Inoltre, dichiarando che i rifiuti da loro gestiti e trattati provenivano da attività di selezione automatica (tecnologia di cui la ditta non dispone) ottenevano un forte sconto sull'applicazione dell'ecotassa regionale equivalente a circa 500.000.

Accertata anche la complicità di Pubblici Ufficiali appartenenti alla locale Polizia Provinciale che rilasciavano attestazioni di comodo. Ma l'organizzazione contava anche sulla complicità di un impianto di gestione rifiuti - stoccaggio e selezione - ubicato nella provincia di Macerata; tre ditte di trasporto rifiuti, operanti sull'intero territorio nazionale; tre laboratori analitici in Abruzzo; due impianti di smaltimento in Puglia e Abruzzo.

Il traffico accertato è stato stimato in circa 80.000 tonnellate nei soli conferimenti verso le due discariche, con un lucro per l'organizzazione non inferiore ai 3 milioni di euro.

Le 23 persone coinvolte sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, falso in attestazioni analitiche e certificazioni ambientali, falso in atto pubblico commesso da P.U. nonché frode processuale.
Otto le ordinanze di custodia cautelare emesse, di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

Queste gli arrestati su ordine del Gip di Lanciano Francesca Del Villano Aceto: Giorgio Di Florio, di Lanciano, titolare di una discarica, Anna Linda Di Paolo, impiegata della stessa ditta, Andrea Fassone, suo consulente ambientale di Chieti, Vincenzo Cocca, di Spoltore (Pescara), Riccardo Di Mascio, di Francavilla al Mare (Chieti), Andrea Francesco Di Liberato, di Chieti, Fiorentino Giangiordano, di Roccascalegna (Chieti) e Antonio Tommaso Anglano, di San Giorgio Ionico (Taranto). L'unica che ha ottenuto gli arresti domiciliari è la Di Paolo.