Una messa in memoria del filosofo Nietzsche

La clamorosa iniziativa è del rettore di San Bernardino: non era un Anticristo

L’AQUILA. E’ considerato uno dei nemici storici della Chiesa cattolica. Ma oggi pomeriggio all’Aquila, alle 19,30, nella basilica di San Bernardino, verrà celebrata una messa in sua memoria a 108 anni dalla morte. Stiamo parlando del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche. L’iniziativa è del rettore della basilica di San Bernardino, padre Quirino Salomone, francescano.

Nietzsche resta tra i maggiori filosofi occidentali di ogni tempo. La lettura delle sue opere più famose - Ecce Homo, Così parlò Zharatustra e soprattutto l’Anticristo - ha spinto molti a ritenere il pensiero di Nietzsche quanto di più distante dal messaggio della chiesa. Qualche giorno fa, tuttavia, padre Quirino Salomone (che è tra l’altro fra i maggiori studiosi della figura di Papa Celestino V) ha deciso di accettare l’invito del professor Arturo Conte, docente universitario oggi in pensione e profondo conoscitore del filosofo tedesco, ad organizzare una celebrazione religiosa.

«In un periodo chiave per la nostra città come quello della Perdonanza», ha spiegato Padre Quirino, «abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa, per spingere i cristiani a valutare il pensiero del filosofo tedesco da un’altra prospettiva. Vogliamo inquadrare la sua figura da una prospettiva cristiana di misericordia. Per questo motivo, a fine celebrazione, ci ritroveremo in sacrestia per un incontro di approfondimento sul vero testamento di Nietzsche».

Il professor Conte, già direttore del Centro di igiene mentale, contesta fermamente l’opinione che Nietzche sia da considerare l’anticristo dei tempi moderni. «Il filosofo denuncia la chiesa secolare e colonialista», spiega Conte, «proprio come Gesù aveva contestato il sinedrio e le aspettative “imperial-messianiche” che accompagnarono la sua venuta. Alla base di tutto», aggiunge, «c’è la confusione fra il “Cristo evangelico” e il “messia biblico”. Il “messia” sta su un trono ed è osannato dalla sua gente, il “Cristo”, invece è quello dei poveri, degli ultimi».

L’idea dell’anticristo venne a Nietzsche proprio a causa di questa equazione ricorrente (Cristo uguale messia) che domina le pratiche religiose. «I conquistatori hano scambiato la spada con la croce», prosegue Conte, «e sugli scudi dei crociati è stampigliata una croce a forma di spada». Una prospettiva del tutto simile si intuisce quando si parla dell’atteggiamento del prossimo. Nietzsche parlava dell’amore del remoto e del futuro come più elevato dell’amore del prossimo, il suo messaggio si può intuire un’apertura nei confronti di tutto quello che è “straniero”.

La condanna per alcune posizioni della chiesa secolare, avvicina Nietzsche alla prospetttiva di Celestino V che si rinunciò alla tiara papale, dopo essere entrato a contatto con gli scandali della chiesa dell’epoca. Questo episodio è riproposto da Conte in analogia con un passaggio di Ecce Homo in cui Nietzsche racconta il suo personale desiderio di evadere da Roma, per andare all’Aquila. Nelle prossime settimane verrà organizzato un convegno di studi alla Cattedra Bernardiniana.