Via dalle tende in 1.200

Nell'ultima settimana chiusi ben undici campi. Ma De Matteis lancia l'allarme: non tutte potranno essere smantellate entro l'anno

L’AQUILA. La Protezione Civile e le amministrazioni comunali si stanno sforzando per ridurre il più possibile le tendopoli e il numero degli sfollati in esse accolti.I dati degli ultimi sette giorni al riguardo sono eloquenti. Ma c’è anche chi lancia l’allarme per il quale difficilmente tutti potranno star fuori dalle tende entro fine anno. Lo sostiene il vice presidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis il quale contesta l’ottimismo di altri politici.

I DATI. I dati confermano la tendenza a far rientrare la gente in casa. Infatti sono undici le tendopoli chiuse nell’ultima settimana dalla Protezione civile, per un totale di circa 1.200 persone rientrate nelle proprie abitazioni. Si tratta dei campi di Ovindoli, Rovere (Rocca di Mezzo), Castel del Monte, Pettorano sul Gizio, Corfinio, Gagliano Aterno, Introdacqua, Raiano, Bugnara, Anversa degli Abruzzi e Cocullo. Ci sono poi aspetti positivi come la riduzione di sfollati nei campi più grandi coime piazza d’armi. Complessivamente sono ancora aperte 159 tendopoli a fronte di oltre 25mila persone ancora ospitate. Mentre negli alberghi della costa o delle zone interne ci sono circa 32mila sfollati secondo i dati resi noti ieri pomeriggio dalla protezione civile.

I TIMORI. Giorgio De Matteis (Mpa) non è convinto dalle rassicurazioni istituzionali e attacca il sindaco Massimo Cialente e lo stesso Gianni Chiodi facendo alcune denunce. Tra le anomalie da lui indicate il fatto che dal cronoprogramma emerge che gli ultimi collaudi delle case antisimiche sono previsti a dicembre «quindi se ci sarà qualche minimo ritardo o contrattempo i tempi delle consegne si dilateranno e si entrerà in pieno inverno». Il vice presidente del consiglio regionale ha anche sostenuto, numeri alla mano forniti dalla Protezione civile sulla situazione degli sfollati, che per ora diecimila persone sono destinate a rimanere fuori dall’assegnazione delle casette e questo senza considerare le inagibilità gravi che verranno decretate nella zona rossa come in via XX Settembre. A suo avviso dunque le persone che si vogliono dirottare nei prefabbricati non sono 13mila come si ipotizza ma molte di più.

TEMPI LUNGHI. In una conferenza stampa Giorgio De Matteis ha attaccato sia il sindaco e il presidente della Regione. «Potevano prevedere prima problemi legati alla viabilità, all’accesso, alle urbanizzazioni, situazioni», ha detto, «che lo stesso direttore generale della Regione Abruzzo ha denunciato in sede di conferenza dei servizi smentendo lo stesso presidente Chiodi». Secondo il vice presidente De Matteis sono state la Regione e il Comune a dare il placet ai progetti e non la Protezione civile, che ha invece solo individuato le aree poi scelte dal Comune dell’Aquila. «Mi sarebbe piaciuto che il sindaco dell’Aquila e il Presidente Chiodi avessero frenato l’irruenza della Protezione civile e avessero ragionato di più con la loro testa».

ROSY BINDI. Contro le tendopoli interviene anche Rosy Bindi. «Dopo le elezioni «tutti i giorni all’Aquila ci andremo noi del Pd, io di sicuro, a denunciare cosa succede sotto le tende, la situazione vergognosa che esiste. Lo ha detto Rosy Bindi, a margine di una manifestazione ad Ancona. «La condizione dei terremotati», ha commentato «é drammatica: prima al gelo, ora al caldo, non esiste un precedente del genere in Italia, almeno dopo che è nata la Protezione civile». «Nelle Marche, tre mesi dopo sotto le tende non c’era più nessuno, e non si può dire che quello non sia stato un terremoto grave, con meno morti certo, ma molto più esteso di quello dell’Aquila». Per non parlare dell’economia della costa abruzzese, «che si é fermata, nonostante prima registrasse la più alta crescita. Gli albergatori che ospitano i senza casa non hanno ancora visto un euro».

INIZIATIVA. Comunque la vita nelle tendopoli va avanti e ci sono belle iniziative. Nella tendopoli di Coppito, a Murata Gigotti, vengono sistematicamente ospitati giovani universitari che arrivano all’Aquila per sostenere gli esami sulla scorta di un accordo stipulato con l’ateneo.

ORTI IN TENDOPOLI. La Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica ha avviato l’iniziativa «10 orti in 10 tendopoli». Il progetto, lanciato da Slow Food e dal Parco Gran Sasso-Laga, ha l’obiettivo di sviluppare orti collettivi, individuati su terreni accanto alle tendopoli di Camarda, Onna, Tempera, Paganica, San Gregorio, Arischia San Felice d’Ocre, Pizzoli, Castelnuovo. L’ultimo orto, ancora, in fase di definizione, dovrebbe sorgere accanto alla tendopoli di Santa Maria di Collemaggio.