Il satellite rallenta la caduta: l’impatto slitta di 12 ore 

Nuovi calcoli dell’Asi escludono Liguria ed Emilia Romagna. Ma l’Abruzzo resta fra le regioni a rischio per i frammenti

ROMA . Slitta di dodici ore, secondo gli ultimi calcoli dell’Agenzia spaziale italiana, l’impatto di Tiangong 1, la stazione orbitante cinese, da tre anni fuori controllo, che ha rallentato la sua corsa. Il “rientro”, del “Palazzo celeste” per l’Asi, dovrebbe avvenire alle 00.34 (ora italiana), poco dopo la mezzanotte di oggi, ma con una finestra di incertezza tra le 5 e le 10 ore. Il che pone la fascia di rischio fino alle 10,34 di domani, 2 aprile. Un nuovo tavolo tecnico, per monitorare l’evolvere della situazione, è stato convocato per le 18.30 di oggi.

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All’interno di questo arco temporale, le finestre di interesse per l’Italia, al momento riguardano le regioni Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. «Rispetto alle ipotesi precedenti, invece», si legge sul sito dell’Asi, «si possono escludere le regioni Liguria ed Emilia Romagna». La possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano, corrisponde a una probabilità stimabile intorno al 2 per mille. «Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio», avverte ancora l’Asi, «e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare».

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in base agli aggiornamenti forniti dal tavolo tecnico riunito in seduta permanente, valuterà nelle prossime ore la convocazione del Comitato Operativo nazionale, sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale.
In riferimento agli aggiornamenti che perverranno nelle prossime ore, l’ufficio stampa provvederà a dare informazioni tecniche agli organi di stampa e a pubblicare gli aggiornamenti sul sito istituzionale del Dipartimento www.protezione civile.gov.it.
Eventi di questo tipo, ricorda invece il Dipartimento nazionale della Protezione civile, sono molto rari e per questo motivo non esistono protocolli di autotutela. Alcuni frammenti potrebbero resistere all’impatto con l’atmosfera e cadere sulla Terra. In genere, si è più al sicuro all’interno degli edifici, in particolare nei piani bassi.
Nel caso se ne avvistasse uno, la regola principale è quella di mantenersi ben distanti e avvisare immediatamente le autorità. I frammenti, infatti, potrebbero essere contaminati dall’idrazina, un composto dell’azoto, corrosivo, tossico e cancerogeno, pericoloso anche per inalazione.