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1 Agosto

Oggi, ma nel 1967, a Milano, usciva l'edizione della Domenica del Corriere, supplemento del quotidiano Corriere della sera, con le confessioni dei dialoghi prima e dopo il fatto di sangue, ricostruiti dal carcere meneghino di San Vittore della vedova Luigia Pasino (nella foto, l'assassina proprio nel disegno di Mario Uggeri sulla prima del settimanale di via Solferino) con il complice. Si trattava dei retroscena forniti dalla donna che, il 14 luglio precedente, a Gallarate, in provincia di Varese, nel sottoscala del magazzino della ditta di famiglia, aveva ucciso a sprangate, colpendolo in testa ripetutamente con un pesante metro di legno, il marito imprenditore Mario Cuccirelli, con la complicità dell'amante e dipendente dell'azienda Angelo Nidoli. Lei aveva 40 anni e il complice 22. Lei verrà condannata a 21 anni di prigione e lui a 11. L'omicidio aveva destato enorme scalpore a livello nazionale e i due verranno bollati come "amanti diabolici", sia per la crudeltà dell'esecuzione che per il futile motivo del piano criminale. Lei inizialmente, pur di liberarsi definitivamente dei soprusi e soprattutto della presenza del coniuge, aveva dato mandato all'innamorato di strangolare con una corda il marito. Ma il giovane, inesperto come killer, non era riuscito nell'intento preso dai sensi di colpa nell'infierire contro il suo datore di lavoro. Così, seccata dall'inconveniente, era dovuta intervenire lei per sopprimere l'ormai insopportabile compagno di vita. Dopo il delitto era stata simulata una rapina e lei, al funerale si era mostrata come inconsolabile per la perdita del suo affetto più caro. Nel corso del tortuoso iter processuale, la figlia della vittima, Marialuisa Cuccirelli, che aveva 17 anni nel momento della perdita del padre, sarà preziosa protagonista con le sue dichiarazioni, nonostante la minore età, e aiuterà i magistrati a ricostruire dettagliatamente il clima di tensione vissuto dentro casa prima dell'agguato mortale.

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