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1 GENNAIO

Oggi, ma nel 2004, a Porto Torres, in provincia di Sassari, esplodeva e prendeva fuoco la nave cisterna “Panam Serena” durante lo svuotamento di tre delle quattro cisterne contenenti complessivamente 8400 tonnellate di benzene, idrocarburo destinato al limitrofo stabilimento petrolchimico dell’Enichem-Sindyyal. Nello scoppio veniva travolto Sergejs Cubajevskis, ucraino, di 39 anni e finiva in mare Jaroslavs Petruhins, lettone, di 23, il più giovane dei quindici addetti presenti a bordo.

La petroliera, battente bandiera delle Bahamas, di nuova fabbricazione, da 6500 tonnellate di stazza e 118 metri di lunghezza, era arrivata la mattina del 31 dicembre da Dunkirk, in Francia, e dopo aver lasciato il carico, sarebbe dovuta andare a Rotterdam, in Olanda. Verosimilmente il boato veniva causato dal contatto tra l’aria ed i vapori di benzene. Delle tre esplosioni, a partire dalle 11.20 del primo giorno dell’anno, lo scafo aveva riportato un grande squarcio sulla fiancata destra e la colonna di fumo e fuoco, alta 10 metri (nella foto, particolare, proprio durante le operazioni di spegnimento coordinate da Luciano Cadoni, comandante dei Vigili del fuoco di Sassari) richiedeva 4 ore per essere domata.

L’incidente comportava la chiusura dello scalo marittimo da parte del comandante delle capitanerie di porto della Sardegna Antonio Camboni e lo spostamento ad Olbia dei traghetti “Tara” e “Splendid”, delle compagnie Tirrenia e Grimaldi, ormeggiati a meno di 200 metri dalla “Panam Serena”. L’equipaggio della nave cisterna “Agip Palermo”, carica di idrocarburi, limitrofa al container in fiamme, riusciva a bloccare le operazioni di scarico e prendere il largo evitando di essere coinvolto nella sciagura.  L’episodio riportava alla mente il dramma dell’11 aprile 1991 quando, a Livorno, il traghetto “Moby Prince”, di spola tra Olbia e il porto toscano, speronando la petroliera “Agip Abruzzo”, carica di 82mila litri di carburante, aveva causato la morte di 140 persone carbonizzate.