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1 maggio

Oggi, ma nel 1968, a Rimini, a 11,612 chilometri al largo della costa, in provincia di Forlì, e a 500 metri oltre le acque territoriali italiane, vicino a Torre Pedrera, l'isola indipendente esperantista delle rose (nella foto) dichiarava la sua indipendenza. Proclamando Giorgio Rosa, ingegnere meccanico bolognese, classe 1925, che era stato l'ideatore del progetto dal 1958, come presidente del governo. La piattaforma da 400 metri quadrati di superficie, realizzata in cemento e mattoni, su palafitte di acciaio, diventava una micronazione. Aveva dichiarato come lingua ufficiale l'esperanto, su suggerimento del padre francescano bolognese Albino Ciccanti, si era dotata di moneta, il Milo, teoricamente del valore 1:1 rispetto alla lira, ma mai emesso in cartamoneta né coniato in metallo, neppure in forma commemorativa, di emissione postale, due serie in cinque emissioni, queste realmente stampate, e di un inno: il Chor der Norwegischen Matrosen, tratto dalla prima scena del terzo atto dell'Olandese volante di Richard Wagner.

Si era dotata di cinque dipartimenti governativi: quello di presidenza, con a capo Antonio Malossi; quello delle finanze, presieduto da Maria Alvergna; quello degli affari interni, guidato da Carlo Chierici; quello dell'industria e del commercio, facente riferimento a Luciano Marchetti; quello delle relazioni, con in testa Luciano Molè; quello degli affari esteri, con al vertice Cesarina Mezzini. Di fatto non ottenne il riconoscimento da parte di alcuno Stato. Benché l'iniziativa di protesta in piena era dei figli dei fiori suscitò polemiche e timori internazionali di una possibile riuscita, anche con riscontri positivi di tipo commerciale. Avrà esistenza effimera: il 26 giugno successivo verrà occupata dalle forze dell'ordine italiane, polizia, carabinieri e guardia di finanza insieme.

L'11 luglio dello stesso anno le autorità italiane permetteranno al guardiano dell'isola, Piero Ciavatta, di fare ritorno a Rimini dopo il blocco navale imposto dalla capitaneria di porto. La struttura verrà demolita l'11 febbraio 1969, con 675 chilogrammi di dinamite, dai subacquei del Comsubin della Marina militare. Tutta la vicenda verrà raccontata nel film, per Netflix, L'incredibile storia dell'isola delle rose, diretto dal regista Sydney Sibilia, salernitano, del 1981, prodotto da Matteo Rovere, con la partecipazione degli attori Elio Germano, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti.