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1 MARZO

Oggi, ma nel 1983, a Palermo, si verificava quello che entrerà storia della cronaca nera nazionale come il “delitto della casa del sesso”, che rimarrà irrisolto, che coinvolgeva Caterina Mercurio, di 39 anni, detta Nerina, prostituta abituale, Salvatore Pavoniti, di 28, noto drogato e spacciatore, e Salvatore Ciotti, di 30, omosessuale, ipotetici clienti della squillo. I tre venivano ritrovati senza vita, freddati a colpo di pistola P38, riversi nella saletta d’ingresso dell’appartamentino situato in piazza Sant’Oliva, sotto il poster di Carmen Russo in versione “sexy mundial” (nella foto, particolare, la scena del triplice omicidio nello scatto di Letizia Battaglia, talentuosa fotografa, soprattutto di mafia, del quotidiano palermitano “L’Ora”).

Il fatto di sangue rimarrà un giallo senza un responsabile assicurato alla giustizia. L’iniziale coinvolgimento, come potenziale assassino, del macellaio Filippo Passanante, di 26 anni, incensurato, ed usuale fornitore di droga della lucciola, originario di Campobello di Mazzara, in quel di Trapani, verrà scartato per insufficienza di prove. Contestualmente cadrà anche la pista più probabile, ovvero che la donna, che era solita offrire hashish ed eroina ai suoi clienti, sarebbe stata fatta fuori per polvere bianca non pagata. Verosimilmente verrà appurato che Nerina arrotondasse spacciando senza l’autorizzazione di Cosa nostra. Il ritratto di quella che era una delle principali icone della commedia scosciata all’italiana, nella versione dedicata al campionato del mondo -che l’11 luglio 1982 la nazionale azzurra di Enzo Bearzot aveva conquistato a Madrid, battendo 3-1 la Germania ovest, grazie alle reti di Paolo “Pablito” Rossi, Marco Tardelli e Alessandro “Spillo” Altobelli- con i tre cadaveri riversi in un ambiente squallido da usuale scambio di piacere mercenario diverrà un simbolo del malaffare del capoluogo siciliano. Proprio mentre il resto del Belpaese era impegnato ad uscire, faticosamente, dalla spirale di lutti causata dai cosiddetti anni di piombo.