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13 Dicembre

Oggi, ma nel 1903, a New York, veniva avanzata la richiesta per il brevetto di quello che verrà considerato l'antesignano del cono per contenere il gelato. Due giorni dopo, il 15 dicembre, verrà rilasciato il certificato di registrazione dello stampo per crearlo. Si trattava di una sorta di tazza di cialda che altro non era se non l'evoluzione del prototipo messo a punto, nel 1896, in modo artigianale, dall'italiano Italo Marchioni (nella foto, a destra, accanto al suo stampo). Marchioni era originario di Peaio, frazione di Vodo di Cadore, in provincia di Belluno, del 1868, prima di stabilirsi a NY aveva vissuto a Philadelphia. Marchioni era già conosciuto per le strade della Grande mela, perché vendeva ghiaccioli al limone serviti ai clienti dentro bicchierini di vetro che forniva lui. Per la crema gelato, invece, i clienti dovevano portarsi una coppa o una tazza o anche un piatto, da casa. La necessità di sostituire i contenitori che finivano per rompersi o che gli avventori distratti dimenticavano di restituire al gelataio, quando era lui a fornirli, l'aveva portato all'intuizione di sperimentare un foglio di carta, avvolto a forma di cono, da utilizzare come contenitore per il gelato "da passeggio". L'espediente aveva riscosso successo così Marchioni aveva pensato alla creazione della cialda da piegare, a cono, quando era ancora calda. La concessione del brevetto, numero 746971, accreditava Marchioni come l'inventore del cono gelato. Anche se la paternità, sottoposta a scontri in tribunale, rimarrà sempre avvolta da un alone di incertezza. Dal 1912 ci sarà la diffusione su larga scala dei coni che verranno ancora arrotolati a mano. Quando Frederick Bruckman, di Tioga, del 1873, ma attivo nell'Oregon, escogiterà il macchinario in grado di arricciare i coni ci sarà la svolta che segnerà il successo della società Pacific coast cone co, che nel 1928 verrà venduta alla Nabisco. Nel 1913 Marchioni verrà accusato di violazione di brevetto da parte della Valvona-Marchiony Company. La società era presieduta da Frank Marchioni, cugino di Italo, che possedeva un negozio di gelati, sempre a New York, e da Antonio Valvona, che nel 1902 aveva brevettato, negli Stati uniti, il forno per produrre coppe di biscotto per gelati. Nel corso del processo, Italo Marchioni ammetterà di essere stato un ex socio di Frank. Così il giudice riterrà che il macchinario di Italo fosse sostanzialmente una copia di quello di Valvona, e accorderà la ragione agli accusanti, facendo finire Italo nel dimenticatoio. Dal cono al cornetto il passo sarà sempre dovuto all'inventiva italiana. In particolare alla gelateria napoletana Spica, con laboratorio in via Gianturco, dove, per non far ammollare i coni riempiti col gelato, si penserà ad un rivestimento isolante interno del wafer, creato con olio, zucchero e cioccolato. Nel 1960 il risultato verrà registrato come cornetto, appunto, prodotto che, nel 1976, verrà acquisito dalla multinazionale Unilever, che lo trasformerà nel cornetto Algida dal successo internazionale.

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