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15 Settembre

Oggi, ma nel 1987, dal porto di Taranto, salpava alla volta del Golfo Persico il XVIII gruppo navale della Marina militare italiana, comandato, fino al 16 agosto 1988, dall'ammiraglio Angelo Mariani (nella foto, in visita ufficiale al Quirinale con il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro), classe 1935, di Brindisi, futuro capo di Stato maggiore della Marina dall'1 gennaio 1994 all'1 marzo 1998. La guida dell'operazione internazionale denominata "Golfo 1", avente compiti prevalentemente di supporto alle navi porta container -c'era stato il clamoroso caso dell'attacco della nave mercantile italiana Jolly Rubino, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 settembre '87, da parte dei Guardiani della rivoluzione iraniana, al largo dell'isola iraniana di Farsi- e di rimozione delle mine navali, che fu accolta negli ambienti militari nazionali non senza polemiche, gli farà meritare l'onorificenza di cavaliere all'ordine militare d'Italia. Tecnicamente i malumori erano nati dal fatto che la sua nomina a comandante delle operazioni nel teatro della guerra tra Iran e Iraq, i cui prodromi risalivano al 22 settembre '80, fosse avvenuta dopo la quasi contestuale designazione, l'8 settembre precedente, a capo della II divisione navale, di base a Taranto, al posto dell'ammiraglio Massimo Benedetti, ma anche per il fatto che buona parte delle navi impegnate nella missione appartenessero alla I divisione navale, di stanza a La Spezia, aspetto che in base al cosiddetto codice comportamentale non scritto della Marina aveva fatto considerare altamente inopportuna la scelta di un alto ufficiale legato ad un'altra divisione. La formazione diretta nel Golfo Persico era inizialmente composta dalle fregate Grecale, Scirocco e Perseo, dal rifornitore Vesuvio, dai caccia-mine Milazzo, Sapri e Vieste, dalla nave ausiliaria Anteo. Opererà, dal 3 ottobre successivo, insieme alle altre unità delle forze di Marina occidentali. Il 16 agosto 1988 l'ammiraglio Mariani avrà l'avvicendamento col XVIII gruppo navale, con alla testa il capitano di vascello Mario Buracchia, di Rimini, del 1941. Quest'ultimo, il 30 gennaio 1991, verrà sostituito, da contrammiraglio, su sua richiesta, dopo l'ok di prassi accordato dal ministro della Difesa del tempo, il democristiano Virginio Rognoni, in seguito allo scandalo delle dichiarazioni del comandante nell'intervista, sullo stato del conflitto, rilasciata al settimanale d'ispirazione cattolica "Famiglia cristiana".

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