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16 MARZO

Oggi, ma nel 2003, a Milano, in via Francesco Brioschi, Giorgio, Federico, e Mattia Morbi, padre e due figli, rispettivamente di 54 anni, 29 e 17, esponenti di estrema destra, aggredivano Davide Cesare, detto “Dax”, di 26 anni, originario di Brescia, ma residente a Rozzano, camionista, militante del centro sociale “O.R.So”, Officina della resistenza sociale, in via Emilio Gola, che moriva per le coltellate prese. La vittima lasciava la figlia Jessica, di 6 anni. L’attacco letale avveniva fuori da un bar situato in zona Ticinese. La spedizione punitiva non coinvolgeva solo Davide Cesare, ma anche altri militanti della sinistra antagonista, Antonino Alesi, di 30 anni e Fabio Zambetta, di 29. Il 14 maggio 2004, Federico Morbi, il maggiore dei due fratelli, verrà condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione in primo grado, pena che verrà confermata in appello, il 22 settembre 2005, e poi diverrà definitiva con il passaggio in Corte di cassazione, il 14 maggio 2009. Mattia, minorenne, invece, sarà affidato in prova in una comunità di recupero. Il centro sociale O.R.So sarà sgomberato l’11 ottobre 2006. L’assassinio di Dax era, verosimilmente, la risposta all’agguato ricevuto da Federico Morbi, il 10 marzo precedente, mentre portava a passeggio il cane, di nome Rommel, in onore al gerarca nazista. Fondamentalmente alla base del delitto vi erano acredini riconducibili a opposte fazioni politiche giovanili che riportavano il capoluogo lombardo indietro al tempo dei cosiddetti anni di piombo. Conseguentemente già il funerale di Dax, con 3mila persone presenti, assurgerà a iniziativa di lotta antifascista. Così come i graffiti -il primo sarà realizzato alla Darsena, il 19 marzo successivo- in memoria del malcapitato (nella foto, particolare, uno dei disegni realizzati con le bombolette) si diffonderanno non solo nella città ambrosiana, come quello che verrà realizzato nel quartiere Kreuzberg di Berlino, nel 2010, con in risalto la scritta “Dax odia ancora”.