TODAY

17 MARZO

Oggi, ma nel 1853, a Venezia, nell’appartamento di Riva degli Schiavoni numero 4133, moriva a 49 anni, a causa di complicazioni polmonari, il fisico austriaco Christian Doppler, scopritore, già dal 1845, del fenomeno che dal suo cognome sarà conosciuto come “effetto Doppler”, legato alla propagazione delle onde. Tecnicamente consisteva nel cambiamento, apparente, rispetto al valore di partenza della frequenza o della lunghezza d’onda percepita da un osservatore raggiunto da un’onda emessa da una sorgente che sia in movimento rispetto all’osservatore in questione. Avrà importanti applicazioni in campo scientifico, come nel radar meteorologico, o in medicina, per la rilevazione della velocità del flusso sanguigno. Soprattutto darà vita ad una nuova modalità diagnostica non invasiva. Tra le svariate applicazioni, l’effetto Doppler condurrà gli scienziati verso la teoria del Big Bang inerente la nascita e l’evoluzione dell’universo. Christian Doppler (nella foto, particolare, impegnato in un esperimento) si spegneva accanto alla moglie Mathilde Sturm, originaria di Salisburgo come il marito, ed era arrivato nella città lagunare nella speranza che il clima potesse giovare alla salute malferma. Verosimilmente era affetto da pneumoconiosi, originata dalle polveri respirate nell’officina del padre, che era scalpellino, dove aveva lavorato fino ai 17 anni. Non a caso anche il genitore ed il fratello maggiore avevano sviluppato quella patologia. Verrà sepolto nel cimitero marciano di San Michele. Allievo del professor Simon Von Stampfer, tra l’altro inventore dello stroboscopio, dal quale al cominciare del 1849 aveva ereditato la cattedra di Geodesia, al politecnico viennese, il 17 gennaio 1850 era stato nominato primo direttore dell’Istituto per la fisica sperimentale dell’università di Vienna. Contestualmente era stato elevato a professore ordinario di Fisica sperimentale nella facoltà di Filosofia, per approvazione dell’imperatore asburgico Francesco Giuseppe.