TODAY

17 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1973, ad Atene, al Politecnico, si scatenava la rivolta degli universitari contro la dittatura transitoria dei colonnelli, d’ispirazione fascista, che era al potere dal golpe del 21 aprile 1967.

L’intervento del carro armato AMX-30, mezzo corazzato di produzione francese in dotazione all’esercito greco (nella foto, particolare, poco prima che sfondasse il cancello del Politecnico, nonostante gli studenti fossero asserragliati sulla recinzione e non intenzionati a scendere) sedava la rivolta che inneggiava al grido di “Psomi, Paideia, Eleftheria” ovvero pane, istruzione, libertà, reso noto, il 15 novembre, dalla studentessa d’ispirazione marxista filo-sovietica Maria Damanaki.

Al termine di quel 17 novembre 1973 si contavano 24 morti tra i civili, uccisi fuori dal campus. Il 17 novembre diverrà giorno festivo nel calendario scolastico ellenico, proprio per ricordare la notte di sangue voluta dello Stato che si scagliava contro gli studenti che, dal 14 novembre, reclamavano pacificamente i loro diritti ad una esistenza migliore. Il regime militare, con alla testa il colonnello Geōrgios Papadopoulos, rimarrà in carica fino al 24 luglio 1974.

L’episodio dell’ateneo ateniese, reso noto anche grazie alla radio clandestina attrezzata dai ragazzi, avrà enorme ripercussione mediatica tra i lavoratori del ceto medio ellenico dando vita alla vera prima rivolta contro il sopruso dei colonnelli. Ma quell'accadimento avrà anche una forte ripercussione sull'opinione pubblica del Belpaese.

In Italia, infatti, era palese il collegamento tra la formazione di estrema destra al governo provvisorio e la componente politica d’ispirazione nostalgica del Movimento sociale italiano che si stava crescentemente inserendo nella compagine parlamentare. Ma erano certi anche i connubi tra la galassia reazionaria tricolore, composta da realtà come Avanguardia nazionale e Ordine nuovo, e la dittatura greca. Come arcinoti erano anche i collegamenti col Sid, il servizio segreto militare italiano. Vi era poi un costante travaso tra esponenti dell’eversione nera italica che andavano sotto il Partenone a studiare quell’esperienza amministrativa accentratrice d’impronta marziale e i rampolli greci che arrivavano a Roma e a Milano per frequentare corsi universitari ritenuti democratici.

L’episodio dei “liberi assediati” del Politecnico aveva avuto come prodromo l’azione pubblica contro la giunta militare messa in atto, il 21 febbraio 1973, quando gli studenti della facoltà di giurisprudenza avevano scioperato e si erano barricati all'interno degli edifici dell’ateneo. Lo avevano fatto reclamando l'abrogazione della legge che imponeva la coscrizione coatta dei cosiddetti "giovani sovversivi", poiché 88 di loro erano stati forzatamente arruolati nell’esercito. Ma anche in quel caso vi era stata la repentina repressione armata da parte delle forze dell’ordine.