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18 MARZO

Oggi, ma nel 1827, a Saronno, in provincia di Varese, nel rione San Cristoforo, nel cuore della città vecchia, scoppiava l’incendio che distruggeva trentasei case lasciando ottocento persone senza tetto ed averi. Marta Campi, una delle residenti del borgo che contava complessivamente 4mila anime, moglie di Antonio Porro, avrebbe, presumibilmente, appiccato, involontariamente, il fuoco, rovesciando il braciere e non riuscendo a domare subito le fiamme, perché versava in avanzato stato di gravidanza.

Il forte vento aiutava la propagazione da un edificio all’altro, in direzione nord verso sud. Anche i soccorsi, con due macchine idrauliche, provenienti dalla stazione dei pompieri di Milano, grazie all’interessamento di Giuseppe Morandi, giungevano in ritardo. Ugualmente per la terza autopompa, messa a disposizione dal duca Antonio Litta di Lainate.

Il rogo, per ironia della sorte, distruggeva gli alloggi della zona più povera, con soffitti, scale, ballatoi realizzati in legno, stalle, fienili e pagliai inzeppati di materiale infiammabile. Alla disperazione dei malcapitati, che in poche ore perdevano tutto, farà fronte la munifica raccolta fondi effettuata nel capoluogo lombardo.

Soldi arriveranno anche dalla colletta sollecitata dal contralto e soprano saronnese, Giuditta Negri Pasta, ritenuta, insieme a Maria Malibran, la più celebre cantante lirica italiana del XIX secolo. Tre anni dopo, in occasione dell’anniversario, il 18 marzo 1830, i saronnesi inaugureranno, in piazza Grande, il monumento detto “della riconoscenza”, (nella foto, particolare) opera di Gaetano Motelli, conosciuto anche come “Chiocchina”, per ricordare la Campi, consorte di Porro, detto appunto “Chiocchin”.