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19 luglio

Oggi, ma nel 1717, al largo di Capo Matapan, lungo le coste della penisola del Mani, nella Grecia meridionale, la flotta veneziana, composta da 24 imbarcazioni, guidata da Marcantonio Diedo, comandante in capo della forza di mare della Serenissima, che era con le sue insegne a bordo della nave Trionfo, supportata da uno squadrone misto di 24 galee pontificie, più 9 maltesi dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme e portoghesi, sbaragliava quella ottomana, comandata dal Kapudan Pasha Egribozlu Ibrahim Pasha, composta da 34 navi. Malgrado la vittoria della battaglia, i veneziani non erano in grado di riprendere possesso della Morea, che rimaneva ai turchi.

Nello scontro, lo schieramento "italiano" riscontrava 3 navi affondate - tra le quali anche la Capitan Trivisan, che era l'unità incendiaria; la Madonna del rosario, allestita come ospedale; la Madonna della salute, con a bordo Ludovico Diedo, che veniva ucciso in battaglia -, 223 morti, 357 feriti. Alla forza della mezzaluna, invece, venivano affondate 14 navi. Di fatto, la battaglia navale, considerata tra le più pesanti del tempo, anche per il dispiegamento di mezzi, non aveva prodotto risultati strategici degni di rilevo. E verrà ricordata proprio per questo fastidioso effetto "buco nell'acqua". L'unico effettivo successo veneziano era rappresentato dalla occupazione delle fortezze di Prevesa e di Arta, nell'omonimo golfo.

La battaglia di Capo Matapan (nella foto, particolare di un dipinto coevo) era la prima, in quel tratto tra Mediterraneo e Ionio, da non confondere con quella che verrà combattuta nel secondo conflitto mondiale, tra il 28 e il 29 marzo 1941, nelle acque a sud del Peloponneso, fra l'isolotto di Gaudo e Capo Matapan, tra una squadra navale della regia Marina italiana, sotto il comando dell'ammiraglio Angelo Iachino, e la Mediterranean Fleet britannica, comprendente anche unità australiane, dell'ammiraglio Andrew Cunningham. Prima di arrivare all'episodio del 19 luglio 1717, nella grande guerra turca, combattuta tra il 1684 e il 1699, l'impero ottomano era stato costretto a fare concessioni territoriali nella penisola di Morea alla repubblica di Venezia. Nel 1714 gli ottomani, che erano usciti vittoriosi dalla guerra contro la Russia, avevano deciso che per loro fossero maturi i tempi per recuperare i territori perduti in Morea. Così, utilizzando come pretesto alcune trasgressioni di mercanti veneziani, avevano dichiarato guerra alla Repubblica di Venezia, il 9 dicembre 1714, e avevano riunito, in Macedonia, un esercito composto da 70mila uomini, guidati dal gran visir Silahdar Damat Ali Pasha.

Ma l'attacco decisivo, si sarebbe svolto in acqua, anche perché via terra la Repubblica marciana poteva contare solo su 8mila uomini, per giunta mercenari, essendo prevalentemente potenza di mare.Nonostante questo, l'esito della guerra volgerà a favore della Sublime porta, costringendo i leoni di San Marco ad un drastico ridimensionamento delle proprie ambizioni.