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2 gennaio

Oggi, a Roma, con regio decreto del 2 gennaio 1898, veniva assegnata la medaglia d’oro al valor militare, alla memoria, all’esploratore Vittorio Bottego, che, il 17 marzo 1879, a Daga Roba, nel territorio dei Galla, nel sud etiopico, aveva pagato con la vita il tentativo di portare avanti la sua spedizione militare nel Corno d’Africa.

Quella che passerà alla storia del colonialismo tricolore come seconda esplorazione Bottego (nella foto, particolare dello scontro a fuoco fatale a Bottego, in primo piano, con i baffi e la pistola in pugno, nella copertina del fascicolo numero uno, “Gesta italiche in Somalia”, della collana settimanale “Le grandi esplorazioni per terra e per mare”, pubblicato dalla casa editrice Sonzogno di Alberto Matarelli, di Milano, nel 1933, con narrazione di Giovanni Vitali e Max David). La missione comandata dall’ufficiale di San Lazzaro Parmense, classe 1860, era governativa, sostenuta dal presidente del consiglio dei ministri Antonio Di Rudinì, esponente della destra storica alla guida del suo terzo esecutivo, aveva l’appoggio del sovrano sabaudo Umberto I, avveniva sotto l’egida della Società geografica italiana, presieduta da Cesare Correnti, già ministro della pubblica istruzione nel 1867 e nel 1869-1872. Bottego era caduto nell’imboscata fatale tesa dagli etiopi.

La carovana era partita dal Belpaese, il 3 luglio 1895, aveva toccato Brava e Lugh, in Somalia, la confluenza del fiume Dawa, tra Etiopia e Somalia, Burgi, in Somalia, il lago Pagadè, nel sud dell’Etiopia, ribattezzato da Bottego Margherita, in onore della regina, il corso del fiume Omo, sull’altopiano etiopico, seguendolo sino alla foce nel Lago Rodolfo o Turkana, nel nord-ovest del Kenya, quindi il bacino del fiume Sobat, nel Sudan del sud. Si era addentrata in zone inesplorate del continente nero, infestate da tribù in conflitto tra loro. L’itinerario verrà raccontato dettagliatamente nel volume di Lamberto Vannutelli e Carlo Citerni, futuri ammiraglio e generale di fanteria, che erano al seguito di Bottego, “L’Omo; viaggio d’esplorazione nell’Africa Orientale”, edito dalla casa editrice milanese Ulrico Hoepli nel 1899. La motivazione del massimo riconoscimento conferito a Bottego riportava: ”Dimostrò sagacia ammirevole nel dirigere una spedizione scientifico-militare nell’Africa equatoriale attraverso Paesi inesplorati e fra popolazioni ostili e bellicose; e spiegò eccezionale coraggio attaccando, con soli 86 uomini, un nemico forte di mille combattenti e morendo eroicamente sul campo ferito al petto e alla testa da due colpi di arma da fuoco”. Il capitano di fanteria Bottego diverrà, per il blocco colonialista, l’eroe senza macchia e senza paura, un simbolo del tempo, non solo dell’avanzata d’oltremare italica, ma dell’incontestabile superiorità europea e del suo nobile proposito di liberare l’Africa dall’inciviltà.