TODAY

2 MARZO

Oggi, ma nel 1945, a Castelluccio, frazione di Montese, in provincia di Modena, si concludeva la battaglia di Monte Belvedere, sull’Appennino emiliano, a 1140 metri sul livello del mare, vetta più alta dello spartiacque tra le valli dei fiumi Reno e Panaro. Nel contesto della fase finale del secondo conflitto mondiale, i ripetuti assalti della formazione americana, della 10ª divisione da montagna, proveniente dalle Montagne Rocciose del Colorado e giunta in Emilia il 10 gennaio precedente, la prima divisone alpina nella storia degli States impegnata nella conquista del Riva Ridge, supportata dai partigiani del movimento resistenziale tricolore, riuscivano a scardinare uno degli ultimi, nonché principali, baluardi difensivi dei nazifascisti. In particolare su quel tratto di Linea gotica -la poderosa opera difensiva fortificata costruita dall’esercito tedesco nell’Italia centro-settentrionale nella fase terminale della campagna d’Italia, a cominciare dal 25 agosto 1944, su comando del feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo di tutte le forze germaniche nel Belpaese- era di presidio la 232ª divisione. L’offensiva alleata (nella foto, particolare, il rocambolesco salvataggio di un ferito da parte dei militari a stelle e strisce) per liberare i crinali posti a nord della strada statale 64 porrettana, ovvero l’operazione “Encore”, era cominciata il 20 febbraio di quel 1945. Proprio a Montese, dal 14 al 17 aprile successivo, si verificherà lo scontro tra la prima divisione della forza di spedizione brasiliana che combatterà in sinergia con angloamericani, sotto il comando del generale Joao Batista Mascarenhas de Morais, e il supporto del Comitato di liberazione nazionale, contro le truppe della 14ª armata del Heeresgruppe C della Wermacht, con esito positivo per i latinos.