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20 MARZO

Oggi, ma nel 1944, a Cervarolo di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia, soldati appartenenti alla III compagnia di ricognizione della Fallschirm-Panzer-Division 1 “Herman Goering” e alla 79ª legione Cispadana della Guardia nazionale repubblicana, uccidevano 24 civili radunati in un’aia nel tentativo di reprimere la Resistenza locale. I militi dalla croce uncinata erano guidati dal capitano Walter Hartwig. Il luogo della mattanza era (nella foto, particolare) quello, nel quale, in prima battuta, i militari in orbace erano riusciti a freddare, grazie a delazioni, il padre ed il fratello di un comandante partigiano del circondario, ovvero Ennio e Lino Costi. Per rastrellare i malcapitati veniva coinvolto con la forza il parroco don Battista Pigozzi, fatto denudare e lasciato in mezzo alla neve, dopo aver violentato le sorelle.

Tra le vittime la più giovane era Italo Rovali, classe 1927, la più anziana Cesare Borea, del 1862. Il curato Pigozzi, anche lui fatto fuori, era del 1881. Tre dei fucilati riuscivano a sopravvivere: fingendosi morti sotto i cadaveri dei compaesani e dei familiari. Erano: Carlo Costi, Natale Rovali e Olindo Alberti. L’eccidio di Cervarolo rientrerà tra i casi che rimarranno sconosciuti, dal punto di vista processuale, fino all’apertura del cosiddetto “armadio della vergogna”, come lo chiamerà il cronista del settimanale L’Espresso, Franco Giustolisi, di Palazzo Cesi-Gaddi, in via degli Acquasparta, a Roma, ad opera del procuratore militare Antonino Intelisano, nel 1994. Il 6 luglio 2011 il tribunale militare di Verona condannerà all’ergastolo il sottotenente Fritz Olberg e il sergente Wilhem Stark, in primo grado, sentenza che verrà confermata in appello il 26 ottobre 2012 e diventerà definitiva con il passaggio in Corte di cassazione del 19 marzo 2014. Stark spirerà il 14 dicembre 2020, a Monaco di Baviera, a 100 anni, senza trascorrere un solo giorno in prigione e senza alcun pentimento.