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25 Gennaio

Oggi, ma nel 1991, a Prato Sesia, in provincia di Novara, nella sua abitazione di via Giuseppe Garibaldi, veniva assassinato, con 6 colpi di pistola, Enzo Pirrone, di 29 anni, agli arresti domiciliari. Nell'agguato mortale _ tecnicamente morirà durante il trasporto in ambulanza all'ospedale di Gattinara _ veniva ferita anche la convivente della vittima, Antonietta Ulè, di 28. L'omicidio rientrava appieno nella faida interna al clan dei Cursoti milanesi, scoppiata proprio in quell'avvio d'anno, tra Catania, città d'origine dei malavitosi coinvolti, e Milano, base di colonizzazione per traffici di droga, armi e prostituzione con annesso riciclaggio di denaro.

Gli assassini, che presumibilmente erano tre, avevano tratto in inganno il malcapitato, condannato dal boss Salvatore Turi Cappello, ritenuto il capo dei Cursoti del capoluogo lombardo, per uno sgarro, presentandosi davanti all'abitazione vestiti da carabinieri. Esecutore materiale del delitto verrà ritenuto Lorenzo Di Giovanni, che già aveva giustiziato Bruno Caldara, di 33, tra Ghemme e Cavaglio, arso vivo il 27 novembre 1989. Caldara era un camionista con funzione di corriere degli stupefacenti tra la Calabria e Prato Sesia che, come Pirrone, doveva pagare con la vita lo sgarro fatto ai Cursori milanesi. Di Giovanni, fratello di Giuseppe e Franco, con base per i loro traffici nel night club Eden di Prato Sesia, gestito da Pierluigi Baglivi, verrà condannato all'ergastolo. Uscirà di prigione (nella foto, il penitenziario di Asti) il 15 marzo 2019, a 64 anni, dopo averne scontato 30 in cella. Nel frattempo il clan Di Giovanni, considerato emanazione a Prato Sesia dei Cursoti milanesi, era stato minato dalla magistratura con il sequestro di beni, sia mobili che immobili, per 7 milioni di euro, puntando soprattutto a sgominare il loro giro di usura.

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