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26 Aprile

Oggi, ma nel 1979, a Palermo, durante la rapina alla Cassa di risparmio veniva colpito mortalmente, con tre colpi di pistola, il metronotte Alfonso Sgroi (nella foto) di 45 anni, in servizio proprio davanti alla banca di via Mariano Stabile. Fatale sarà il proiettile alla testa. Sgroi, classe 1934, morirà nel pronto soccorso della Croce rossa di via Roma nel tentativo estremo da parte dei sanitari di salvargli la vita. Lasciava moglie e due figlie cercando di opporsi alla rapina. I quattro criminali, invece, fuggivano, con un bottino di cento milioni di lire, sulla Fiat 128. L'accadimento del 26 aprile rimarrà nella storia criminale della malavita organizzata siciliana perché la rapina era stata organizzata da Cosa nostra, in particolare dalla famiglia mafiosa di corso dei Mille, e due dei componenti del gruppo di fuoco erano mafiosi di rango. Si trattava di Pino Greco, detto scarpuzzedda, e di Pietro Marchese. Due giorni dopo, il 28 aprile, nel corso delle indagini affidate al capo della squadra mobile della Polizia palermitana Boris Giuliano, del 1930, verrà scoperto il covo di corso dei Mille 196. Sotto la copertura di un’officina e tappezzeria per auto si celava una base che custodiva un arsenale. Verranno arrestati, anche come responsabili dell'omicidio Sgroi, i mafiosi Giovannello Greco, Rosario Spitalieri e Giovanni Mondello, Girolamo Mondello e Pietro Marchese. A distanza di 24 ore dal blitz Giuliano riceverà la prima intimidazione. Era intento a cercare di sventare i traffici di droga tra il capoluogo siciliano e New York e aveva intuito che l'assalto armato del 26 aprile, costato la vita a Sgroi, avesse cambiato il corso degli eventi e il modo di procedere degli uomini d'onore sui quali stesse lavorando. Il 21 luglio successivo il vice questore aggiunto verrà freddato, sempre a Palermo, da Leoluca Bagarella.

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