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27 MAGGIO

Oggi, ma nel 1993, a Firenze, in via dei Georgofili, all’una e quattro minuti, esplodeva un Fiat Fiorino di colore bianco, imbottito di 277 chilogrammi di tritolo, piazzato da Cosimo Lo Nigro e Francesco Giuliano, esponenti di Cosa nostra, a ridosso della Galleria degli Uffizi, provocando cinque vittime, 48 feriti ed il crollo della Torre dei Pulci, sede dell’Accademia che dava il nome alla via. I morti erano: Fabrizio Nencioni, di 39 anni, con la moglie Angela Fiume, che era la custode dell’Accademia, di 31, insieme alle figlie Nadia, di 9, e Caterina, di 50 giorni, più Dario Capolicchio, studente, di 22. Anche il Corridoio vasariano veniva danneggiato dalla deflagrazione, con il 25 per cento delle opere presenti. L’attacco con l’autobomba (nella foto, particolare, le operazioni di soccorso e rimozione delle macerie) rientrava nella scia degli agguati mafiosi messi a segno, su mandato soprattutto di Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, per colpire i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel corso del tortuoso iter giudiziario, il 20 maggio 2016, si paleserà la questione della trattativa tra lo Stato e l’organizzazione malavitosa siciliana. Il 14 settembre 2021 verrà inaugurata, sul luogo dell’assalto criminale, la scultura intitolata “Albero della pace”, dell’artista Andrea Roggi, di Castiglion Fiorentino, a scopo commemorativo. Il 27 luglio successivo verrà colpito il padiglione d’arte contemporanea di via Palestro, a Milano, sempre nell’ottica dell’aggressione mafiosa contro la Repubblica, che causerà altri cinque decessi e 12 feriti.