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28 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1963, a East London, sul circuito Prince George, vincendo l’ultima gara del campionato mondiale automobilistico di Formula 1 dell'anno, il gran premio del Sudafrica, e così aggiudicandosi il suo primo titolo iridato, il britannico James “Jim” Clark, di 27 anni, su Lotus-Climax, con 7 su 10 vittorie, comunque non riusciva, come voluto, a scalzare il primato di Alberto Ascari (nella foto, particolare), della stagione agonistica 1952.

In quell’anno, l’asso milanese, su Ferrari, aveva fatto sue 6 prove su 8. Stabilendo un record che rimarrà imbattuto in termini percentuali. Clark chiudeva la stagione 1963 col 70 per cento di vittorie contro il 75 dell’alfiere della rossa di Maranello. Non riuscirà a superare il primato di Ascari neanche il tedesco Michel Schumacher, pure lui su vettura del cavallino rampante, nel 2004.

In quell'anno, nonostante "Schumi" taglierà il traguardo per primo 13 volte su 18 appuntamenti, totalizzerà il 72,2 per cento. Idem per l’olandese con cittadinanza belga Max Verstappen, nel 2022, che, con 15 successi su 22, raccoglierà solo il 68,2. Quanto a Clark, ci proverà nuovamente nel 1965, sempre al volante di una Lotus, ma porterà a casa 6 trionfi su 10 racimolando appena il 60 per cento, nonostante la conquista del suo secondo titolo mondiale. E, paradossalmente, con quel dato, scivolerà alla fine della classifica che annovererà anche: l’argentino di origine italiana Juan Manuel Fangio, nel 1966, con 6 vittorie su 9 e il 66,7 per cento; il tedesco Sebastian Vettel, nel 2013, con 13 su 19, pari al 68,4; il britannico Lewis Hamilton, nel 2020, con 11 su 17, ovvero il 64,7.

In quel 1952 Ascari aveva strappato anche il suo primo mondiale, che poi aveva bissato l’anno successivo, 1953, sempre da ferrarista, e chissà cosa altro sarebbe stato capace di combinare se, il 26 maggio 1955, non avesse trovato la morte, a 37 anni, capovolgendosi nell’autodromo di Monza, testando la Ferrari 750 sport, in vista del gran premio Supercortemaggiore, del 3 giugno successivo, che si sarebbe corso su quella pista, incitato dagli amici e colleghi Luigi “Gigi” Villoresi ed Eugenio Castellotti.

Alberto Ascari aveva terminato la sua esistenza terrena come il padre, Antonio, perito alla stessa età, per incidente, mentre disputava il gran premio di Francia, il 26 luglio 1925, sul tracciato di Linas-Monthléry, quando, con la sua Alfa Romeo P2, era in testa alla corsa. Anche Clark, "lo scozzese volante" morirà anzitempo, a 32 anni, il 7 aprile 1968, ad Hockenheim, in Germania, durante una gara di Formula 2, nella pausa del campionato maggiore, uscendo fuori pista, per cedimento strutturale della vettura, alla curva detta "Coda di gambero", e schiantandosi contro un albero con la sua Lotus.