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28 LUGLIO

Oggi, ma nel 1888, a Lacedonia, in provincia di Avellino, la presunta apparizione miracolosa della Santissima vergine del rosario di Pompei guariva dalla polmonite acuta e dall’artrite congiunta a paralisi, Antonietta Balestrieri, di 17 anni. La vicenda verrà poi testimoniata anche dal fondatore del santuario di Pompei, il futuro beato Bartolo Longo, nel periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”, nel numero di ottobre di quel 1888.

Longo, classe 1841, di Latiano, in quel di Brindisi, aveva preso contatto con i pompeiani nel 1872 e dal 13 novembre 1875 si era occupato del restauro del quadro della Madonna di Pompei, che era stato esposto il 13 febbraio 1876. Nel 1884 aveva stampato il giornale già menzionato. Poi invece Antonietta, che era tenuta in cura dai medici Francesco Diaferia e Pasquale Palmese, da quattro mesi, ai quali si era aggiunto lo zio acquisito della giovane, anche lui medico, Ferdinando Lombardi, versava in condizioni penose. Addirittura, lo stesso dottor Lombardi, il giorno prima del verificarsi dell’evento sovrannaturale, 27 luglio, aveva sostenuto che non rimanesse altro che invocare l’intervento divino. La Madonna del Rosario di Pompei veniva scelta dalla matrigna di Antonietta, Raffaela Lombardi, dopo aver ricevuto, da Napoli, il 4 agosto 1877, la lettera dell’amica Angelina Bruni Garzoni, zelatrice del santuario pompeiano, con allegata l’immagine votiva. Data l’estrema gravità della situazione, l’arcidiacono Leonardo Bozzone, aveva perfino somministrato l’estrema unzione ad Antonietta. Il 6 maggio 1891, il cardinale Raffaele Monaco La Valletta consacrerà il nuovo tempio mariano voluto da Longo. Il 28 luglio 2021 verrà scoperta la lapide commemorativa (nella foto, particolare) sulla casa dove abitava la ragazza graziata. Il presunto miracolo rientrerà tra quelli accertati e accettati dalla Chiesa di Roma.