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29 GIUGNO

Oggi, ma nel 1921, a Grosseto, in prossimità delle mura di Porta nuova, veniva ucciso con un colpo di rivoltella al cuore lo squadrista fascista Rino Daus, di 21 anni, di Perugia, ma residente a Siena, appartenete ai Fasci di combattimento, che era di guardia al bivacco dei militi in orbace pronti ad assaltare Grosseto.

Avveniva durante la spedizione punitiva di 150 camicie nere, armate di moschetto e coordinate dal commissario provinciale di Siena Giorgio Alberto Chiurco, contro i socialisti maremmani che non volevano arrendersi.

La ritorsione per la perdita di Daus cominciava già nella notte dello stesso 29 giugno. I fascisti, in 600, devastavano la Camera del lavoro, la sede del giornale socialista “Il Risveglio”, il Circolo ferrovieri, le sedi delle cooperative dei badilanti e dei terrazzieri, luoghi abituali di ritrovo delle compagini di opposizione al fascismo.

Venivano fatti fuori, in piazza Stefano De Maria, anche gli antifascisti Arcadio Diani, di 19 anni, Angelo Francini, Giovanni Neri, entrambi di 32. Il giorno precedente, 28 giugno, era stato assassinato il muratore comunista Cesare Savelli, colpito mentre tirava mattoni ai fascisti dal tetto dell’edificio scolastico.

Il 2 luglio, in piazza Indipendenza, a Siena, il funerale di Daus (nella foto, particolare) diverrà un evento molto partecipato con riti e miti dell'Italia littoria. Il 24 luglio successivo, come ulteriore rappresaglia per la prematura scomparsa di Daus, i fascisti attaccheranno Roccastrada, ritenuta roccaforte dei “rossi”, e si conteranno 10 vittime tra i cittadini: Angelo Barni, Antonio Fabbri, Francesco Minoccheri, Guido Bartaletti, Tommaso Bartaletti, Renato Checcucci, Luigi Nativi, Giuseppe Regoli, Vincenzo Tacconi, Giovanni Gori. Daus, con la sua tomba, che verrà allestita nel cimitero della Misericordia di Siena, con scultura opera di Ezio Trapassi, diverrà uno dei martiri della rivoluzione mussoliniana e potente icona senese del Ventennio.

La pensione gestita dalla madre Flora, dove anche lui abitava, a Siena, diverrà meta di pellegrinaggio. Alla sua memoria, l’8 dicembre 1938, con la partita di calcio amichevole Siena-Empoli, verrà intitolato lo stadio comunale, che poi diverrà Artemio Franchi.