TODAY

3 FEBBRAIO

Oggi, ma nel 1851 a Parigi, nel Pantheon, sede dell’Osservatorio astronomico, il fisico francese Jean Bernard Foucault, di 32 anni, presentava l’esperimento, realizzato attraverso il suo pendolo, volto a dimostrare la rotazione della terra. La dimostrazione (nella foto, particolare, da incisione coeva), avveniva grazie all’effetto della forza descritta dal collega transalpino Gaspard Gustave de Corriolis.

Il successo di Foucault porterà all’invenzione, l’anno successivo, 1852, sempre da parte di Foucault, del giroscopio che verrà poi sviluppato e integrato in applicazioni pratiche che spazieranno dalla semplice trottola per i bambini, al tecnologico telescopio spaziale Hubble. Vari passi in avanti consentiranno a Foucault di essere insignito, nel 1855, della prestigiosa medaglia di Godfrey Copley, la più alta onorificenza scientifica assegnata dalla Royal Society di Londra. E, sempre nello stesso anno, di essere preso, proprio dall’Osservatorio imperiale parigino, quale assistente alla cattedra di Fisica.

Nel 1988, lo scrittore Umberto Eco, di Alessandria, di 56 anni, semiologo della facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Bologna, darà alle stampe il suo secondo romanzo, pubblicato dalla casa editrice milanese Bompiani, intitolato proprio “Il pendolo di Foucault”. Lo stesso autore, già noto oltre i confini del Belpaese per il suo primo lavoro di carattere narrativo, “Il nome della rosa”, risalente al 1980, sempre per Bompiani, premio Strega del 1981, trasposto in film, per il grande schermo, con regia di Jean- Jacques Annaud, con Sean Connery. “Il pendolo di Foucault”, scritto da Eco, farà riferimento proprio al sistema ideato da Foucault, attribuendogli una chiave simbolica all’interno dell’impianto della sua seconda prova letteraria.

Lo stesso Eco fugherà ogni dubbio circa l’ipotetica assonanza del suo romanzo con le vicende legate al filosofo di Poitiers, suo amico, Michel Foucault, che morirà, il 25 giugno 1984, a 58 anni, per complicanze dovute all’Aids.