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30 Dicembre

Oggi, ma nel 1947, a Venezia, al Gran Teatro La Fenice, il soprano Maria Callas debuttava, nel ruolo di Isolde, nel Tristano e Isotta di Richard Wagner, del 1859, diretta dal maestro Tullio Serafin (i due artisti, insieme nella foto, proprio in quel frangente) sostenuta finanziariamente ed emotivamente da Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito. Quella che diverrà nota come "la divina", per le sue qualità canore, aveva avuto la prima vera prova dell'ugola su un palcoscenico italiano, il 2 agosto precedente, all'Arena di Verona, nella Gioconda di Amilcare Ponchielli, del 1876, in occasione del festival musicale scaligero, sempre insieme a Serafin ed era riuscita ad ottenere il lavoro proprio grazie a lui. Il battesimo tricolore veronese era stato prodromico alla più importante rappresentazione lagunare. Per italianizzare il canto della Callas, Serafin, classe 1878, già considerato tra i migliori direttori d'orchestra del tempo non solo nel Belpaese, le aveva personalmente impartito lezioni nella lingua di Dante nella sua abitazione romana. La Callas, che non aveva larga disponibilità economica ed aveva rimediato soltanto un contratto capestro per la parte da portare in scena a Verona, era arrivata in nave, da New York _ dove il padre farmacista, che non confidava nel talento della figlia, voleva destinarla al lavoro di segretaria _ a Napoli, il 27 giugno di quel '47. A Verona aveva conosciuto Meneghini, di 28 anni più grande, industriale dei laterizi con la passione per la lirica, che l'aveva presa completamente sotto la sua protezione e le aveva proposto quello che passerà alla storia come "patto dei sei mesi": durante quel periodo, cbe poi diverrà ben più lungo, l'imprenditore avrebbe provveduto a tutte le spese della cantante certo del prossimo successo della "sua" Maria.

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