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30 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1944, a Campiglione Fenile, in provincia di Torino, alcuni dei 200 militi della brigata nera “Ather Capelli”, di Pinerolo, guidati dal capitano Spirito Novena, originario di Barge, nel cuneese, classe 1901, catturavano, torturavano a sangue e fucilavano, senza sottoporlo ad un regolare processo, il partigiano "bianco" Renato Geymet (nella foto, particolare, proveniente dal fondo “Giac”, busta 774, fascicolo Gedda-Gizzi, Isacem, Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del Movimento cattolico in Italia “Paolo VI”, di Roma). Quest’ultimo, nome di battaglia “Roosevelt”, studente di 19 anni e componente dell’Azione cattolica, originario di Annecy, in Francia, elemento del gruppo mobile operativo della V divisione alpina “Giustizia e libertà”.

L’agguato della squadraccia di Novena e l’omicidio di Geymet, che faceva riferimento alla diocesi torinese, servivano quale monito dopo aver tenuto sotto scacco, con le armi, l’abitato, per 15 ore. L’azione era volta proprio a sgominare il gruppo “Aspiranti Toja”, del quale faceva parte Geymet, che aveva fatto vedere, dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, di essere composto da elementi particolarmente selezionati, che avevano dimostrato nella lotta contro l’ex alleato germanico, maggiore preparazione ed attitudine alla guerriglia armata, secondo le prove date sulle alture di Asti e del capoluogo piemontese.

Erano resistenti di stampo cattolico che, benché in modo autonomo e con la loro organizzazione interna, si affiancavano, con il loro contributo nella guerra di liberazione, ai partigiani "rossi" legati al Partito comunista italiano. Novena, detto “La jena del Pinerolese”, verrà condannato a morte per le sue malefatte, il 21 marzo 1946, dalla Corte di assise di Torino, insieme ai suoi sodali Giovanni Racca, e Sergio Simionato, e tradotto nel penitenziario di Alessandria, ma la pena verrà prima commutata in ergastolo, quindi annullata dall’amnistia che sarà voluta dal ministro di Grazia e giustizia della neonata Repubblica italiana, Palmiro Togliatti, con decreto presidenziale 22 giugno 1946, numero 4. Quindi, di fatto, potrà girare indisturbato per le vie torinesi. Tutta la vicenda sarà raccontata da Andrea Geymet, nelle 192 pagine del volume intitolato “Un’ordinaria fucilazione. Campiglione Fenile, 30 dicembre 1944. I partigiani e la Banda Novena”, che sarà pubblicato da LAReditore, di Torino, nel 2015.