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30 marzo

Oggi, ma nel 1991, a Napoli, nella zona tra Sant'Anna di Palazzo dei quartieri spagnoli e via San Cosma di Porta Nolana, il gruppo di fuoco dei cosiddetti scissionisti del boss locale Ciro Mariano, guidato dal killer Giovanni Labonia, sicario in permesso premio per buona condotta dal carcere uscito proprio per compiere omicidi, uccideva il poliziotto Salvatore D'Addario (nella foto), di 22 anni.

Assistente della Polizia postale, era fuori servizio e in borghese, stava effettuando acquisti pre-pasquali per i tre figli insieme alla moglie Maria Pia Borrelli. Era intervenuto per senso del dovere di rappresentante delle forze dell'ordine per tentare di dissuadere i camorristi che, da dentro il Fiat Fiorino imbottito di armi, stavano cercando di giustiziare il rivale Giuseppe Gallo. La pioggia di piombo che D'Addario, abituato a quello scenario, aveva intuito prima che iniziasse, rientrava nell'ambito dell'ennesima puntata della faida tra clan malavitosi contrapposti per la detenzione del potere criminali e della piazza di spaccio nel posto. D'Addario, la cui reazione era inattesa dai sicari, veniva crivellato di colpi e poi schiacciato dal furgone contro un palo della luce. Morirà nell'ospedale cittadino, il 4 aprile successivo.

L'attacco armato dei camorristi era anche stato motivato dal desiderio di vendicare, con una scarica di mitra, la mattanza avversaria, del 28 marzo precedente, quando erano stati assassinati Carmine Pipolo, Luigi Terracciano, Umberto Esposito e colpiti dei passanti estranei al regolamento di conti: Antonio Vivace, Concetta Solineri, Antonio Valente, Paolo Cimirro.