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30 marzo

Oggi, ma nel 1996, ad Ascoli Piceno, nella pinacoteca civica, tornava ed era esposta, “l’Annunciazione con Sant’Emidio”, di Carlo Crivelli, del 1486, in occasione dei 500 anni dalla morte del pittore, scomparso proprio nella città marchigiana e di fatto considerato il più importante artista adriatico, con esclusione della scuola veneziana.

L’opera crivelliana più celebre rimarrà a disposizione del pubblico fino al 30 giugno successivo. Il dipinto a tempera e oro su tavola, trasportato su tela, di 207x146 centimetri, firmato “Opus Caroli Crivelli Veneti 1486” - Crivelli era nato infatti a Venezia - rientrava dalla National Gallery di Londra. Il catalogo era curato da Giannino Gagliardi, di 32 pagine, edito da Giannino e Giuseppe Gagliardi, nello stesso ’96. Il capolavoro (nella foto, particolare) era stato realizzato, come pala d’altare, per la chiesa della Santissima Annunziata dei frati minori osservanti, verosimilmente, per ricordare l’evento storico legato ad Ascoli del 1390, quando la municipalità aveva ottenuto, facendo leva sugli accordi di Fano del 1357 e sulla magnificenza del cardinale spagnolo Egidio Gil Alvarez Carillo de Albornoz, la Libertas ecclesiastica.

Si trattava della particolare condizione di autonomia amministrativa all’interno dello Stato della Chiesa. Poi tale beneficio era stato improvvidamente revocato. Successivamente, tramite il tortuoso giro di ambascerie del cancelliere Grazioso Benincasa verso il pontefice Sisto IV, l’intermediazione del commissario Silvestro Del Lavro, vescovo di Camerino, e la frettolosa nonché erronea interpretazione da parte degli ascolani della decisione papale, era stata indetta l’esultanza del 25 marzo 1482. Accadimento che coincideva proprio con la solennità religiosa della festa dell’Annunciazione del concepimento virginale di Gesù, alla madre Maria, da parte dell’Arcangelo Gabriele.