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30 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1923, a Roma, partiva per l’esilio all'estero Francesco Saverio Nitti, già esponente di spicco del meridionalismo, dopo il raid dei fascisti inviati da Benito Mussolini, nella stessa giornata, a distruggere la sua residenza capitolina nel quartiere Prati, in via Farnese 18.

Il Duce non aveva digerito la strenua opposizione dell’ex presidente del Consiglio dei ministri, in carica dal 23 giugno 1919 al 15 giugno 1920, verso il sistema di governo in orbace. Il 16 novembre 1922, giorno del "discorso del bivacco", alla Camera dei deputati, Nitti (nella foto, particolare, quarto da sinistra, insieme a Guglielmo Marconi, secondo da sinistra, e a Ferdinando di Savoia Genova, terzo da sinistra) si era rifiutato di riconoscere la legittimità del governo guidato dal figlio del fabbro di Predappio e aveva abbandonato l’aula per protesta.

Erano cominciate per lui le persecuzioni da parte dei manganellatori in camicia nera. Che erano proseguite anche nel febbraio 1923, durante il periodo di ritiro nella sua villa di Acquafredda di Maratea, in quel di Potenza. Poi era rientrato nella Città eterna, l’11 novembre di quel 1923. L’antifascista di Melfi, sempre nel potentino, classe 1868, era anche lo statista col quale “M” avesse brigato, poco prima della Marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, per formare l’alleanza di governo che comprendesse popolari, socialisti, fascisti e che gli garantisse il ministero del Lavoro.

L’accordo inizialmente era stato stipulato, anche perché Nitti aveva piacere nel mettere fuori combattimento il suo storico rivale, Giovanni Giolitti, ma poi lo strapotere di “Mascellone” aveva preso il sopravvento e tutto era saltato. Nitti era divenuto uno dei primi e più battaglieri oppositori del regime. Era anche il primo a lasciare volontariamente il Belpaese per dirigersi oltralpe.

A Parigi, dove arriverà il 4 giugno 1924, dopo essere stato a Zurigo, si stabilirà in rue Vavin 26: la sua abitazione diverrà un centro antifascista di rilievo. Lo seguiranno nella Concentrazione antifascista altri esponenti di calibro della lotta contro il Ventennio. Ovvero: Gaetano Salvemini, Luigi Sturzo, Piero Gobetti, Giuseppe Donati. Luigia Nitti, la figlia di Francesco Saverio, parteciperà attivamente alla Lidu, la Lega italiana per i diritti dell’uomo, fondata nell’Urbe da Ernesto Nathan, il 17 dicembre 1919. Nitti sarà anche arrestato, il 30 agosto 1943 a Tolosa. Verrà rilasciato, il 2 maggio 1945, dopo la liberazione da parte dei francesi, dopo essere stato pure deportato dai nazisti a Hirscegg, in Austria. Quindi tornerà in Italia tenendo il toccante discorso al teatro San Carlo di Napoli, il 3 ottobre 1945, destinato ad entrare tra le pagine più importanti del movimento antifascista.