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31 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1980, a Roma, i brigatisti Remo Pancelli e Pietro Vanzi, fintisi fattorini che dovevano recapitare una cassetta di vini, quale strenna di Capodanno, assassinavano, alle 19.15, con quattro colpi di pistola, nell’androne del palazzo dove risiedeva, al numero 13 di via Girolamo Segato, nel quartiere Ardeatino, il generale di brigata dei carabinieri Enrico Rizziero Galvaligi, di 60 anni, vicecomandante del coordinamento dei servizi di sicurezza per gli istituti di prevenzione e pena, alle dipendenze del generale Renato Risi, che, nel 1978, aveva sostituito in quel ruolo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Galvaligi (nella foto, particolare, insieme al figlio Paolo, anche lui futuro generale dell’Arma), verosimilmente pagava con la vita il ruolo di coordinamento, a lui affidato, dell’operazione del Gis -il gruppo d’intervento speciale della Benemerita- volto a sedare, in 24 ore, la sommossa scoppiata nel carcere di massima sicurezza di Trani, il 28 dicembre 1980. L’agguato mortale, stando al volantino di rivendicazione dell’organizzazione terroristica con la stella a cinque punte, verrà collegato al sequestro del giudice Giovanni D’Urso, direttore dell’ufficio III della direzione generale degli Istituti di prevenzione e pena del ministero Grazia e giustizia, rapito, sempre dalle Br, nella Capitale, il 12 dicembre precedente. Il magistrato verrà rilasciato il 15 gennaio 1981. Il generale Enrico Galvaligi, originario di Solbiate Arno, in provincia di Varese, infatti, era collaboratore di D’Urso.

La vittima, entrata a far parte dei carabinieri nel 1942, a 22 anni, aveva stretto un sodalizio professionale con Dalla Chiesa già nel 1949 e aveva operato con lui sia nell’Urbe, che a Palermo, dal 1969, che a Torino, dal 1973, e poi nuovamente nella Città eterna, con particolare attenzione alla lotta all’eversione. Già insignito della medaglia d’argento al valor militare, il 9 dicembre 1947, per l’intervento a Licavizza Media di Chiapovano, in quel di Gorizia, il 14 maggio 1982 verrà onorato della medaglia d’oro al valor civile alla memoria.