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31 GENNAIO

Oggi, ma nel 1980, a Settimo Torinese, il gruppo di fuoco dei Nuclei comunisti territoriali, composto da Danila Mihalic, Luciano Bettini e Federico Alfieri, col concorso morale di Giancarlo Santilli, uccideva la guardia notturna della Framteck, azienda produttrice di molle legata al gruppo Fiat, Carlo Ala, di 58 anni. Contestualmente feriva il sorvegliante Giovanni Pegorin.

In particolare i terroristi “rossi” sparavano 10 colpi di arma da fuoco alle gambe di Ala e di Pegorin e il primo perdeva la vita per dissanguamento (nella foto, particolare, il malcapitato, ancora in vita, steso sulla barella, durante il trasferimento in ospedale). Mario Lutri, il terzo addetto alla sicurezza, riusciva a salvarsi grazie alla pistola d’ordinanza. L’attentato poteva avere esito grandemente più dannoso poiché le bottiglie incendiarie Molotov, lanciate dai malviventi per coprire la fuga, lambivano i serbatoi di metano necessario per il funzionamento degli altiforni di fusione dell’acciaio.

L’agguato della formazione di estrema sinistra, attiva soprattutto nel comprensorio del capoluogo piemontese, era erroneamente considerata vicina a Prima linea -sigla dell’eversione proletaria responsabile, tra l’altro, dell’assassinio del giudice pescarese Emilio Alessandrini, avvenuto a Milano, il 29 gennaio 1979, con Sergio Segio, Marco Donat Cattin, Michele Viscardi, Umberto Mazzola e Bruno Russo Palombi- rientrava tra le azioni di attacco alla fabbrica di automobili della famiglia Agnelli e al suo indotto. Realtà molto importante dal punto di vista economico e sociale per la zona. I Nuclei terroristi territoriali, sorti a Torino alla fine del 1978, nell’ambito dell’Autonomia operaia, avevano come dirigenti Guido Borio, Luciano Del Medico e Guido Mihalic.

L’assalto armato alla Framteck, con il decesso di Ala, che lasciava moglie e tre figlie, era l’azione più clamorosa, ma anche quella che porterà alla fine dell’attività del collettivo. Il processo contro i Nuclei terroristi territoriali si concluderà nel 1985 e sentenzierà complessivamente 90 condanne, pari a 360 anni di carcere, per svariati reati compiuti tra il 1979 ed il 1980. In particolare Santilli, latitante, avrà 30 anni di reclusione, Alfieri, 24, Danila Mihalic, esecutrice materiale dell’omicidio, 9, e Bettini, altrettanti 9.