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31 Marzo

Oggi, ma nel 1984, a Nardò, in provincia di Lecce, il killer Giuseppe Durante, per conto dell'esponente cittadino del Partito repubblicano italiano, primo dei non eletti nelle elezioni comunali del 1982, Antonio Spagnolo, assassinava con tre colpi di pistola, sparati da distanza ravvicinata, Renata Fonte, di 33 anni, assessore municipale alla cultura e alla pubblica istruzione, eletta come consigliere col Pri. Comprimari del regolamento di conti politico erano Mario Cesari, Pantaleo Sequestro e Marcello My, quest'ultimo presente proprio nel momento della sparatoria. Dopo l'omicidio (nella foto, il cadavere) della collega di partito che ostacolava il suo ingresso in Municipio, Spagnolo subentrerà in consiglio comunale e poi avrà anche la promozione ad assessore. La Fonte, che avrà il riconoscimento di vittima di mafia, era sposata dal 1968 con Attilio Matrangola, sottufficiale dell'Aeronautica militare, dal quale aveva avuto due figlie, Sabrina e Viviana, era distaccata dal coniuge che si trovava in Belgio per lavoro. Lei era maestra alle elementari della sua cittadina natale, Nardò. In gioventù aveva anche vissuto a Chieti dove il padre prestava servizio come funzionario del ministero della difesa. L'agguato mortale era avvenuto vicino casa della donna, che rientrava da sola da una seduta del consiglio comunale. Al funerale sarà presente anche il massimo esponente nazionale dei repubblicani, Giovanni Spadolini. Tra le concause della soppressione figuravano le battaglie portate avanti dalla Fonte, quando aveva la delega anche in materia di tutela dell'ambiente, per modificare il piano regolatore cittadino, per tentare di scongiurare il deturpamento dell'area di Porto selvaggio e l'infiltrazione da parte delle ecomafie del Salento. Le modifiche al piano regolatore sarebbero dovute essere approvate dal consiglio comunale entro breve tempo. Il 10 febbraio 1987, a Lecce, in primo grado, verranno condannati all'ergastolo sia il mandante che l'esecutore materiale del delitto. Pene minori, invece, toccheranno agli altri soggetti coinvolti. Le condanne al carcere a vita verranno confermate sia in appello, il 5 febbraio 1988, che in Corte di cassazione, l'8 novembre 1988.

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