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5 GENNAIO

Oggi, ma nel 1975, in tutta Italia, veniva pubblicato dall’etichetta discografica romana Rca italiana, l’album “Rimmel”, del cantautore capitolino Francesco De Gregori, di 24 anni, contenente, tra le 9 tracce, pezzi portanti destinati a diventare successi come “Buonanotte fiorellino” e “Pablo”, quest’ultimo con musica composta insieme a Lucio Dalla.

Oltre al brano che dava il titolo alla raccolta, pensato nel soggiorno nella dimora sarda di Fabrizio De Andrè, che anche avrà un buon riscontro e segnerà la svolta intimistica e poetica del figlio dell’ex direttore della Biblioteca provinciale di Pescara, c’era anche il “Signor Hood”, dedicata alle battaglie politiche e civili del radicale teramano Marco Pannella. Lato A e B-side erano caratterizzati, nel quarto lavoro degregoriano in studio, dalla chitarra classica suonata da Renzo Zenobi, che verrà considerato tra i migliori collaboratori di artisti di calibro, da Paolo Conte a Claudio Baglioni, passando per Piero Ciampi ed Ennio Morricone.

La già menzionata canzone “Pablo” racchiudeva nel testo l’impegno sociale nell’eternare la morte di un oscuro lavoratore spagnolo emigrato in Svizzera per tirare a campare, ma precipitato da un’impalcatura dopo essere stato sfruttato dal datore di lavoro: il padrone che non sembrava poi così cattivo. La ballata verrà proposta come cavallo di battaglia sui palchi dell’iconico tour tricolore “Banana Republic”, con Dalla (insieme nella foto, particolare), nel giugno-luglio 1979, destinato a cambiare il live nel Belpaese. Il ritornello, destinato a fissarsi nell’immaginario collettivo: «Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo», ma anche «hanno pagato Pablo, Pablo è vivo», verrà impiegato come slogan dei feroci anni di piombo.

L’organizzazione di estrema sinistra Lotta continua, infatti, adotterà il refrain «hanno ammazzato Pietro, Pietro è vivo», per onorare l’uccisone del loro militante, di 18 anni, studente dell’Istituto tecnico “Giuseppe Armellini”, colpito fatalmente dal proiettile esploso dal carabiniere Pietro Colantuono, nell’Urbe, il 22 novembre di quel 1975, in via Labicana, all’altezza dell’ambasciata dello Zaire, durante la manifestazione contro il regime  africano attivo nell’aggressione imperialista in Angola.