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5 MARZO

Oggi, ma nel 1865, a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, Gaetano Scavello, di 20 anni, veniva accoltellato a morte dai fratelli Luigi e Giovanni D’Alessandro, dopo avergli teso un agguato in un sottoportico per regolare la questione d’onore riguardante la vittima e Pasquale Esposito, garzone della famiglia D’Alessandro. Dal fatto di sangue, il cui iter processuale sarà seguito dal magistrato di zona Vincenzo Leoncavallo, verrà tratta l’opera teatrale, in due atti, “Pagliacci”, di Ruggero Leoncavallo, figlio del giudice, che sarà rappresentata, per la prima volta, al teatro Dal Verme di Milano, il 21 maggio 1892, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Ruggero Leoncavallo, classe 1857, aveva 8 anni quando veniva consumato l’omicidio. L’accadimento colpiva così profondamente il futuro compositore (nella foto, particolare, seduto al pianoforte), che studiava musica da quando aveva cinque anni, che lo porterà a scrivere il libretto e a comporre lo spartito di “Pagliacci” quando ne avrà 35. La prima messa in scena includerà gli attori Fiorello Giraud, Adelina Stehle, Victor Maurel e Francesco Daddi. Importante ruolo avranno anche i dipinti del calabrese Rocco Ferrari nella scenografia. L’agguato letale si verificava perché Scavello, factotum di casa Leoncavallo, aveva una relazione con una ragazza, non proprio illibata, promessa sposa del calzolaio Luigi D’Alessandro. La vicenda si concluderà con la condanna a 20 anni di reclusione per Luigi e ai lavori forzati a vita per il germano Giovanni. Dopo il rifiuto dell’editore milanese Tito Ricordi, che giudicherà il lavoro troppo moderno e con prologo eccessivamente verista, Leoncavallo avrà miglior fortuna con l’altro editore della città ambrosiana, Edoardo Sonzogno, pur dovendo modificare alcune parti. La creazione lirica verrà intrepretata in numerose occasioni, anche fuori dal Belpaese, spesso insieme alla “Cavalleria Rusticana”, del 1890, del livornese Pietro Mascagni.