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6 GENNAIO

Oggi, ma nel 1911, a Milano, nella civica arena, alle 14.30, la nazionale di calcio italiana, allenata da Umberto Meazza, nell’amichevole con l’Ungheria, del commissario tecnico Frigyes Minder, indossava per la prima volta la maglia azzurra. Sormontata dalla croce sabauda sul petto (nella foto, particolare, la formazione con l’arbitro britannico Harry Goodley, in giacchetta nera e cappello).

Derivava dal blu/azzurro Savoia, colore della casa reale che sedeva sul trono del regno d’Italia, col sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III, dal 29 luglio 1900, dopo il regicidio di Monza da parte dell’anarchico Gaetano Bresci ai danni di Umberto I, proprio di quel 29 luglio 1900.

La disputa calcistica si chiudeva con la sconfitta 0-1 per i padroni di casa, su rete di Imre Schlosser, segnata al 22 minuto di gioco nella porta difesa da Mario De Simoni. Era la rivincita che giungeva dopo la partita d’andata, disputata a Budapest, e chiusa 6-1 per i magiari, il 26 maggio 1910.

La tonalità azzurra scelta per la casacca -che dal debutto internazionale della selezione del pallone del Belpaese, avvenuto il 15 maggio 1910, sempre nella città ambrosiana, contro la Francia, con vittoria 6-2 per gli italici, era stata bianca, in onore della divisa della Pro Vercelli penalizzata dalla Federazione nazionale dopo lo spareggio farsa per lo scudetto, avvenuto a Vercelli, con l’Internazionale del capoluogo lombardo, del 24 aprile 1910- di gradazione tra il blu pavone ed il pervinca, era divenuto colore nazionale con l’unificazione, il 17 marzo 1861.

Era anche il colore della sciarpa degli ufficiali delle forze armate e dei presidenti delle amministrazioni provinciali. Derivava dalla scelta, effettuata il 20 giugno 1366, quando a Venezia, il “Conte verde”, Amedeo VI di Savoia, in partenza per la crociata sabauda nella penisola balcanica, ufficializzata da Papa Urbano V, per liberare il cugino materno, l’imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, prigioniero del secondo impero bulgaro, di adottare uno stendardo azzurro con l’effige della Madonna.

Riprendeva lo stesso colore del nastro del collare dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata, la massima onorificenza cavalleresca costituita, proprio da Amedeo VI, ad Avignone, nel 1364, col conferimento ad Amedeo III conte di Ginevra.