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7 Febbraio

Oggi, ma nel 1990, a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, in zona Cannitello, veniva assassinato, con 5 colpi di fucile calibro 9 a canne mozze, l'assessore comunale ai Lavori pubblici e vicesindaco democristiano Giovanni Trecroci, di 46 anni. Tornava a casa dopo la seduta del Consiglio municipale, terminata alle 23. La vittima (nella foto, particolare della notizia pubblicata sul quotidiano L'Unità dell'8 febbraio 1990), originaria di Figline Vegliaturo, in quel di Cosenza, docente di lettere nella scuola media di Sant'Eufemia d'Aspromonte, educatore scout nella parrocchia locale, con un figlio di 2 anni, Giuseppe, e una figlia, Stefania, in arrivo dalla moglie al sesto mese di gravidanza, era responsabile dei lavori pubblici di Palazzo di città da 5 anni, ovvero già a partire dalla giunta guidata dal primo cittadino Salvatore Delfino, Dc, e poi aveva mantenuto l'incarico con il successore, il sindaco Domenico Aragona, sempre della Democrazia cristiana. Trecroci sedeva in Consiglio comunale da 15 anni. In un contesto che vedeva una feroce spaccatura tra due correnti Dc cittadine che era giunta anche all'attenzione della segreteria nazionale a Roma. L'omicidio rimarrà senza un colpevole assicurato alla giustizia. Quanto al movente, presumibilmente il delitto era stato deciso dalla 'ndrangheta del posto perché intenzionata a far pagare a Trecroci la sua inflessibilità nel permettere alle 'ndrine di infiltrarsi nelle gare d'appalto per aggiudicarsi lavori milionari nel settore dell'urbanistica cittadina, anche in deroga al piano regolatore. Il 22 maggio 2019, il consiglio d'istituto della scuola media Ruggero Caminiti dell'istituto comprensivo Giovanni XXIII di Villa San Giovanni intitolerà l'auditorium alla memoria di Trecroci.

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