È protesta sui passi carrabili:  «Tasse aumentate a dismisura» 

Scoppia la polemica dopo le nuove tariffe del Comune per i titolari degli spazi nelle zone di periferia Il consigliere Aceto (Lega) attacca: «Penalizzato chi vive in campagna, la norma va subito rettificata»

CHIETI. Scoppia la protesta dei passi carrabili a Chieti. I rincari della tassa varati dal Comune hanno già provocato parecchie lamentele. Se ne fa interprete il consigliere comunale della Lega, Liberato Aceto, che presenta una interrogazione. L’aumento della tassa è legato alla procedura di predissesto, che prevede un piano di riequilibrio pluriennale, nel caso di Chieti ventennale, a causa del quale il Comune dovrà alzare le tasse e tagliare le spese. Come ricorda l’ex presidente del consiglio comunale Aceto, la giunta, con delibera del 30 aprile scorso, ha adottato gli «adeguamenti delle tariffe del nuovo canone di natura patrimoniale e quelle dei tributi e canoni sostitutivi (diritti delle pubbliche affissioni, imposta sulla pubblicità, tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche, che comprende i passi carrabili e canone concessorio non ricognitorio) e facendo riferimento alla procedura di riequilibrio ha potuto far “lievitare” alla tassazione massima le imposte». In particolare, fino all’anno scorso, per i passi carrabili fino al 2020 la tassa veniva pagata, a seconda della suddivisione del territorio comunale, in quattro zone: dalla zona 1 (centro) sino alla zona 4 (estrema periferia e zone agricole). «Quindi», dice Aceto, «c’era una giusta differenza di incidenza e costo tra un passo carrabile ubicato in via Toppi o viale Amendola e uno ubicato in aperta campagna, come Vallone Fagnano, strada del Frantoio o periferie di San Martino e Brecciarola». Con la delibera del 30 aprile, invece, la tariffa viene applicata «rideterminando una suddivisione del territorio in zona 1, pressoché invariata, e zona 2, che ricomprende le precedenti zone 2, 3 e 4», spiega il consigliere, «con applicazione di sole 2 tariffe: la prima di 25 euro a metro lineare per la zona 1 e la seconda di 17,50 a metro lineare per la zona 2, che comprende anche le zone agricole in aperta campagna». Di qui le proteste di chi, in zona agricola, è passato da un pagamento di 1,25 al metro a 17,50 al metro. Facendo un esempio: per un passo carrabile in aperta campagna della larghezza di 7 metri, sino all’anno scorso si pagava 10 euro, adesso 125 euro. «Tale imposizione», commenta l’esponente leghista, «penalizza ulteriormente il settore agricolo e i residenti delle zone agricole ed estremamente periferiche che oltre a non beneficiare di servizi stradali e accessori, quali segnaletiche orizzontali e verticali, marciapiedi, sono costretti a effettuare in proprio attività di pulizia della carreggiata, delle cunette e decespugliare i bordi stradali». Di qui l’interrogazione al sindaco Diego Ferrara: «Ha piena conoscenza della nuova situazione di imposizione fiscale che si è creata?», dice Aceto che ha anche richiesto una rettifica della norma, «e ritiene congrua l’imposizione a carico dei titolari di passi carrabili in zone periferiche e agricole?».
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