Ammessi dai giudici alla maturità tre studenti bocciati agli esami 

Il Tar accoglie il ricorso di due ragazze e un ragazzo che frequentano la stessa classe al Vico Ma i professori valutano negativamente le loro prove: niente diploma, devono ripetere l’anno

CHIETI. Ammessi dai giudici del Tar alla maturità, bocciati dai professori agli esami di Stato. È il destino comune di tre studenti del liceo classico Vico di Chieti che, durante l’ultimo anno scolastico, frequentavano la stessa classe: la battaglia giudiziaria non è stata sufficiente per portare a casa il diploma. E adesso il terzetto, anziché iniziare il nuovo percorso di studi all’università, si è ripresentato tra i banchi della storica scuola di corso Marrucino per inseguire di nuovo la promozione, stavolta magari senza passare per le aule di un tribunale.
LA BATTAGLIA GIUDIZIARia
Per riepilogare la vicenda, bisogna tornare indietro allo scorso giugno. Gli alunni in questione, un ragazzo e due ragazze, hanno più insufficienze gravi: dopo lo scrutinio finale, i docenti decidono di non ammetterli all’esame di maturità. Ma una delle studentesse non accetta il verdetto: si rivolge all’avvocato Fabiana Desiderio e presenta ricorso alla sezione di Pescara del Tribunale amministrativo ragionale, lamentando la violazione delle «norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze» e delle «norme per la parità scolastica», nonché «eccesso di potere» e «travisamento dei fatti». Passano pochi giorni ed ecco il decreto con cui il presidente del Tar Paolo Passoni accoglie la richiesta e ammette la studentessa «con riserva» alla maturità, rinviando la valutazione nel merito a esame concluso. Non appena il ricorso della compagna viene accettato dai giudici, sia pur temporaneamente, gli altri due alunni si accodano e impugnano la bocciatura. Il risultato? Scontato: anche loro ricevono il disco verde.
LA BOCCIATURA
Il successo nell’aula di giustizia non fa il paio con quello scolastico, perché gli esami – per tutti e tre – si concludono con l’esito «non diplomato». Arriviamo così a qualche giorno fa, quando c’è la sentenza definitiva del Tar, che – dovendosi esprimere nel merito sul ricorso inerente la mancata ammissione della prima studentessa – lo dichiara «improcedibile per sopravvenuta mancanza di interesse», considerando la bocciatura agli esami. Sentenze analoghe sono attese, nei prossimi giorni, anche per gli altri due studenti. iL PRECEDENTE
Un caso simile si è verificato a Trento. Lo scorso luglio, dopo la bocciatura di una studentessa ammessa agli esami dai giudici, un professore ha inviato una lettera di protesta al ministro Giuseppe Valditara con 110 firme di colleghi: «Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Cosa deve insegnare la scuola? Me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione (l’ammissione ottenuta al Tar, ndr) che la sorpassa e le toglie autorevolezza».