Ancora niente scuolabus: genitori sul piede di guerra 

Rabbia e proteste delle famiglie che richiedono da anni il servizio al municipio  E gli studenti delle Vicentini sono in difficoltà con gli orari dei mezzi di linea

CHIETI. Scoppia la polemica tra il Comune e i genitori degli studenti degli istituti comprensivi di Chieti che, ancora una volta, iniziano l’anno scolastico senza gli scuolabus. Le famiglie, dunque, sono costrette a organizzarsi con i turni di lavoro e a chiedere a parenti e amici di andare a portare e riprendere i figli a scuola. E senza pulmini, il traffico attorno alle scuole va in tilt nelle ore di punta.
PARLANO LE FAMIGLIE«Ho usufruito dello scuolabus comunale finché non lo hanno dismesso», racconta Donatella De Nicola, mamma di una bambina della quarta elementare della scuola di via per Francavilla, al Tricalle, «siamo in difficoltà perché lo scuolabus è un servizio che agevola molte famiglie che lavorano. È presente in tutti i piccoli paesi e a Chieti no». E senza scuolabus, le famiglie si sono dovute organizzare. «Io e mio marito abbiamo dovuto cambiare il turno a lavoro», continua De Nicola, «io lavoro il giorno e mio marito la notte, così da andare a portare i bimbi al mattino». Il servizio è un vantaggio anche per la crescita dei bambini. «Dà loro più indipendenza e aiuta a farli socializzare», continua la mamma, «i bimbi erano contenti di andare a scuola, si alzavano la mattina più volentieri e anche io ero più tranquilla». L’assenza di un pulmino può peggiorare i disagi nelle giornate di maltempo. «Alcune volte mio figlio è rimasto a casa perché sotto la pioggia forte non avevo nessuno che poteva accompagnarlo in auto», dice Federica Gandemi, mamma che spesso si trova sprovvista di un’auto per portare il figlio a scuola, «purtroppo non sempre ci sono parenti disponibili a passarlo a prendere».
SERVIZIO SOPPRESSOLa mancanza del trasporto scolastico è quindi una problematica che va avanti da anni. «Questo disservizio è diventato un’abitudine», osserva Annalisa Di Matteo, mamma di Marco, iscritto alle Cesarii, «sarebbe un’opportunità molto comoda per noi genitori. Sono oltre tre anni che siamo senza trasporto pubblico». «È un servizio che non abbiamo mai sperimentato», lamenta Gianluca La Cioppa, rappresentante della classe terza delle Cesarii, «ci sono famiglie che abitano vicino la scuola, ma altre che invece arrivano da fuori sono in grande difficoltà».
ALUNNI SFRATTATI A richiedere uno scuolabus sono anche le famiglie degli studenti sfrattati per motivi di sicurezza dalla scuola media Vicentini-Della Porta: delle 13 classi, quattro sono state ospitate alla Chiarini, in via Spatocco, scuola che fa parte del comprensivo 1. Ma tra i genitori degli alunni scoppia la protesta che arriva persino a una raccolta firme. «Abbiamo chiesto alla Panoramica di cambiare alcuni orari delle corse», dice Ilaria Tomassi, mamma di uno studente delle Vicentini, «ma purtroppo la richiesta è stata rifiutata. Da parte della ditta ci è stato detto che il Comune deve richiedere il servizio. Siamo costretti ad andarli a riprendere con le macchine e si crea, così, traffico negli orari di punta. Ad oggi, gli autobus non hanno orari compatibili con l’entrata e l’uscita dei ragazzi. A noi basterebbe anche uno slittamento delle corse di dieci minuti».
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