Carcere, agente rischia lo strangolamento

Aggredito al collo da un detenuto. La scorsa settimana il tentato incendio del materasso.

LANCIANO. Rischia di essere strangolato da un detenuto in crisi di nervi. Solo la prontezza dei riflessi evita all’agente guai peggiori. Quando basta per riproporre il tema della carenza di poliziotti nel supercarere, dove un recluso aveva già tentato di incendiare un materasso.
Succede a Villa Stanazzo, la casa circondariale di Lanciano, dove nel giro di una settimana se la sono vista brutta cinque agenti. L’ultima vicenda risale a mercoledì. Un detenuto italiano ha afferrato al collo un poliziotto addetto alla sorveglianza della sezione. Ha tentato di strangolarlo: ne è nata una colluttazione risolta solo con la prontezza dei riflessi dell’agente. Il quel momento al cancello d’ingresso della sezione non c’era il poliziotto che dovrebbe tutelare quello all’interno: era impegnato in altre attività nella sezione vicina, distante e senza possibilità di visuale. In pratica al posto di due agenti, uno per ingresso, ce n’era uno solo. Il poliziotto aggredito, accompagnato nel pronto soccorso dell’ospedale, è stato giudicato guaribile in cinque giorni.

L’altro episodio era successo una settimana prima, sempre di mercoledì. Un detenuto aveva tentato di dare alle fiamme un materasso, ma l’involucro, ignifugo, ha prodotto solo tanto fumo. Quando basta, comunque, per far scattare il piano di emergenza nel reparto. Risultato: reclusi salvi e quattro agenti in ospedale per intossicazione acuta.
Le due vicende rilanciano il tema della carenza di personale in un supercarcere realizzato per 200 detenuti ma che ne accoglie oltre 300. Gli agenti in servizio, invece, sono 164, inclusi quelli destinati a missioni e distaccamenti. «Sicuramente con i due agenti previsti in servizio agli ingressi», commenta Ruggero Di Giovanni, segretario provinciale della Uilpa penitenziari, «il rischio di aggressioni diminuisce notevoltemente.

Sicuramente se qualcuno volesse leggere i numeri del rapporto agenti/detenuti, che indica il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la situazione di Lanciano emergerebbe nella sua drammaticità. Sicuramente se qualcuno volesse ascoltarci non si parlerebbe più di aumentare il numero di detenuti a Villa Stanazzo. Certamente è un diritto dei lavoratori operare in sicurezza, sia dal punto di vista personale che professionale. Al Dipartimento scrivono che un istituto penitenziario come quello di Lanciano dovrebbe avere un rapporto agenti/detenuti non inferiore a 0,63: siamo a 0,54», conclude Di Giovanni, «e qualcuno vuole aumentare ancora il numero dei reclusi».