LA POLEMICA

Chieti, il sindaco ribadisce il suo "no" agli immigrati

Mentre si torna a parlare di integrazione interculturale con la Festa dei Popoli il primo cittano scrive al prefetto chiedendo di non accettare l'invito al servizio di accoglienza di cittadini stranieri

CHIETI. «La volontà di andare incontro a chi fugge da scenari di disperazione e morte certa non può essere barattata con la sicurezza della città». Sulla base di questa tesi il sindaco Umberto Di Primio scrive al prefetto, Fulvio Rocco de Marinis, per ribadire l’altolà all’arrivo degli immigrati agli Istituti riuniti di assistenza “San Giovanni Battista”.

«È per tutti noi un dovere morale assistere chi fugge dalla povertà, dalle violenze e dalle guerre», dice Di Primio, ma non a scapito della sicurezza e dell’equilibrio sociale della nostra comunità». E la struttura di via dei Cappuccini, poiché si trova a pochi passi dalla scuola primaria di via Arniense e in pieno centro, a giudizio del primo cittadino è in una condizione geografica «inaccettabile» per svolgere la funzione di centro di accoglienza di cittadini immigrati.

Di qui la richiesta formale di Di Primio al prefetto Rocco De Marinis di non accettare l’adesione presentata dal commissario degli Istituti riuniti di assistenza al bando emesso dalla Prefettura per l’affidamento dei servizi d’accoglienza di cittadini stranieri. Il rischio che si cela dietro questa proposta di aderire al bando, per Di Primio è quello di vedere la città riempita di stranieri: «Ad un primo nucleo di immigrati», avverte il sindaco nella lettera al prefetto, «ne possono seguire altri, ben più numerosi, e questo perché ospitare immigrati è più redditizio rispetto alla assistenza agli ospiti anziani e disabili». Tirato fuori il problema economico, Di Primio accenna anche ad altre soluzioni percorribili per andare incontro alle numerose difficoltà finanziarie in cui da tempo si dibattono con grande difficoltà gli Istituti riuniti di assistenza “San Giovanni Battista” e i suoi dipendenti.

«Semmai il problema fosse quello di creare nuove entrare», scrive infatti ancora il sindaco, «faccio presente che c’è il complesso del San Raffaele in via Toppi, di proprietà degli Istituti riuniti, già adibito a collegio femminile, che potrebbe essere destinato a casa per gli studenti universitari. Funzione compatibile e gradita alla città, nonché più redditizia del centro di accoglienza per gli immigrati». (a.i.)

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