Chieti, l’Inps tassa barbiere di 87 anni

Da pensionato deve pagare 200 euro al mese di contributi, ma non ce la fa. Ecco la lettera che "Cuccitto" ha scritto a Mattarella

CHIETI. Mario Ferrari, per tutti Cuccitto (perché, spiega lui, siamo una famiglia con cervello fino, altrimenti saremmo chiamati Cuccione), nel salone da barbiere da quando aveva meno di dieci anni, a seguire il padre e imparare il mestiere, rischia di chiudere ora, a 87 anni suonati, la sua bottega. Un luogo, in via Principessa di Piemonte, che ha più l'aspetto di un salotto, grazie alla verve e alla simpatia che sa suscitare il personaggio, che quello di un esercizio commerciale. «L'Inps vuole da me versamenti per circa duecento euro al mese di contributi, per poter continuare a tenere aperto il mio esercizio.Se non li verso dovrei perciò chiudere. Mi sembra una grossa ingiustizia e per questo ho deciso di scrivere una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». Mario Ferrari è ovviamente da anni in pensione, a 700 euro al mese e riguardo a questa sua posizione aggiunge: «Non capisco perché devo ancora versare contributi. Per avere cosa? Comunque ho deciso di rivolgermi al nostro presidente esponendogli il mio caso, almeno perché conosca come funzionano le cose nel nostro Paese». Questa la lettera che ha spedito al Quirinale giovedì per posta: «Caro Presidente Sergio Mattarella, mi chiamo Mario Ferrari, sono un barbiere che ancora esercita nel suo salone a 87 anni, perché è il mio modo di sentirmi ancora utile ai tanti clienti che, posso ben dire, sono soprattutto amici. Ed è anche una scelta che mi fa sentire vivo ed attivo, quando puntalmente ogni mattina apro la mia bottega, dove, quando sarà, ho anche disposto che venga allestita la mia camera ardente per un saluto a tutti coloro che hanno frequentato, per tanti anni, questo luogo. Fatta questa necessaria premessa vengo ad esporre il mio caso: per continuare a tenere aperto il mio esercizio l'Inps mi chiede di versare contributi per 200 euro al mese. Una cifra che non trova assolutamente ragione nel mio caso, non solo perché non sono in grado di pagare mensilmente, ma anche per gli anni che ho e per la particolare situazione che presenta la mia bottega, che ho deciso di tenere ancora aperta per le ragioni sopra esposte, che posso riassumere dicendo che l'ho fatto per continuare a dare senso compiuto alla mia esistenza. Chiedo solo che mi si lasci completare il mio percorso facendomi ancora usare forbici e pennello, per continuare a servire i miei amici, come faccio da quando avevo pochissimi anni di vita. Non so come sarà possibile esaudire questa mia richiesta, caro Presidente, ma le chiedo di fare il possibile per non farmi chiudere bottega. Con devozione e rispetto, Mario Ferrar». Ma perché ha scelto di scrivere al Presidente della Repubblica, e non magari agli uffici che hanno la gestione del suo caso ed anche il potere di intervenire? «Perché il Presidente Mattarella ci rappresenta tutti ed è bene che sappia che capitano anche queste cose, cioè che chi vuole continuare a lavorare fino a quando il buon Dio gli dà la forza di farlo viene impedito da regole che riescono ad essere ingiuste e incomprensibili. Spero mi risponda».

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