Di Primo salvato da un accordo segreto

Il bilancio passerà grazie ai voti decisivi degli “amici” di Di Fabrizio, il sindaco evita di cadere e di essere commissariato

CHIETI. Salvare Di Primio per far vincere il centrosinistra. La politica ha logiche strane che sfuggono alla gente comune. Ma in queste ore si sta consumando un retroscena che permetterà al sindaco di Chieti di uscire indenne dalla prova del nove del bilancio. Un patto gli permetterà di evitare, in zona Cesarini, l’onta del commissariamento e di andare avanti fino alla scadenza del mandato, cioè le elezioni del 2015. Ma chi gli garantisce i voti sufficienti per superare lo scoglio del bilancio, finito sotto la lente d’ingradimento del prefetto, Fulvio Rocco de Marinis, che ha diffidato il sindaco ad approvarlo entro ottobre? I salvatori sono gli “amici” di Domenico Di Fabrizio, l’ex autista Carichieti che, alle ultime elezioni provinciali, sfoderando una scaltrezza politica uscita immacolata persino dalle vicissitudini bancarie, ha permesso, con il suo candidato Sablone, al centrosinistra di soffiare migliaia di voti ponderati al partito di Febbo, Di Primio e Di Stefano e di far stravincere Mario Pupllo. Si sbaglia chi dice che i Di Fabrizio’s boys siano un semplice ago della bilancia. I voti di questo gruppo trasversale, che schiera in consiglio comunale personaggi come Di Labio, Tavoletta, El Zohbi, Marrone e Micozzi (con Ginefra fuori dalla partita) sono determinanti, come i Mirmidoni per Achille o la Quinta colonna di Lev Trockij per l’Armata rossa. Tutto parte dalle ultime regionali quando l’accordo Di Fabrizio-D’Alfonso ha garantito a quest’ultimo il successo a Chieti con la civica di Alessio Monaco. Per proseguire con le provinciali quando un patto fotocopia con il Pd ha tolto al centrodestra sette grandi elettori, riducendo a una debacle il risultato in città del partito del sindaco. Ma gli amici dell’ex autista sabato prossimo garantiranno a Di Primio il sì al bilancio e quindi la poltrona. Di Fabrizio, interpellato, risponde con un laconico “no comment”. Altri però rivelano un “patto di lealtà” con il sindaco fino a fine della consigliatura. Un patto che fa molto piacere al Pd e trasforma in salita la strada di chi, come Febbo e Di Stefano, vorrebbero un passo indietro di Di Primio e speravano in una caduta di quest’ultimo sul voto del bilancio. Ma Di Primio è salvo. Per la felicità del centrosinistra che lo preferisce a Febbo nella sfida a sindaco. Il volto di Di Primio era disteso, ieri, durante la giunta comunale (riunita di domenica!) ufficialmente per stabilire il giorno del consiglio sul bilancio. In realtà per trovare la pax tra le due anime del centrodestra: l’Ncd (2,3%) del sindaco che non ci sta a tirarsi indietro e Forza Italia (18%) che lo incalza con il grimaldello delle primarie. A metà settimana l’incontro-verità tra Di Primio, Febbo e Di Stefano, con apertura all’Udc di Buracchio. Mentre dietro le quinte del centrosinistra si decide la formazione dell’altra partita che vedrà in campo Luigi Febo e Marco Marino, anime dalfonsiana e legniniana del Pd, con Legnini rigorosamente super partes. Di Fabrizio e la sua Quinta colonna hanno però già scelto. Andranno con chi, tra i due, ha garantito voti per l’exploit di Sablone.