Droga, Lorenzo Cozzolino torna in carcere

Cocaina e hascisc, l’ex casa bunker era centro di rifornimento per i pusher

 CHIETI. La sua ex casa bunker di Gissi era diventata un centro di smistamento della droga, (cocaina e hascisc), dove i pusher si rifornivano per poi vendere la “roba” ai consumatori di Chieti e Pescara. Lorenzo Cozzolino, 38 anni, di Cercola, in provincia di Napoli, ex latitante della camorra, considerato da investigatori e inquirenti un elemento pericoloso, agli arresti domiciliari perché stava scontando una pena, (due anni per detenzione abusiva di un’arma), è tornato di nuovo in carcere, (per l’ottava volta), con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

 L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del tribunale di Vasto Caterina Salusti e chiesta dal procuratore Francesco Prete è l’ultimo tassello di una inchiesta dei carabinieri denominata “Pipistrello” e durata due anni, durante i quali sono state arrestate per spaccio sette persone, a Vasto, Avezzano e Chieti, tutte, secondo i carabinieri, facenti capo a Cozzolino, e sequestrati 400 grammi di cocaina e 100 grammi di hascisc. L’ordinanza è stata notificata dai militari del reparto operativo, nucleo investigativo del comando provinciale. Ieri la notizia è stata data dal maggiore Giacomo Mastrapasqua e dal il capitano Emanuele Mazzotta.

 Cozzolino sei anni fa arrivò in Abruzzo perché, secondo una ricostruzione degli investigatori, sarebbe sfuggito alla vendetta dei Vollaro, clan camorristico di Portici, che volevano la sua testa in quando avrebbe con una serie di scorribande tentato di sostituirsi al dominio dei boss napoletani.

 Ieri mattina intanto, mentre per Cozzolino si sono riaperte le porte del carcere di Vasto, altri militari hanno operato perquisizioni nei confronti di alcuni spacciatori a Chieti, Francavilla, Tornareccio, Gissi, San Salvo e Sant’Anastasia di Napoli. Tuttavia durante le perquisizioni tuttavia i militari non hanno trovato droga.

 Cozzolino, che ha precedenti per spaccio, omicidio preterintenzionale, rapina, furto e detenzione di armi, fino al marzo 2008, quando venne arrestato dalla Mobile, viveva a Gissi in una sorta di casa bunker, con le inferriate alle finestre e dotata di impianto di videosorveglianza. Si trattava di un appartamento in centro dove, come riferiscono gli investigatori, i pusher si recavano per rifornirsi di droga. Ma da agosto viveva in una casa popolare.