Esercizio provvisorio a rischio, Teateservizi resta senza futuro 

L’affidamento all’Agenzia delle entrate della riscossione coattiva dimezza le attività della partecipata E senza i vecchi tributi una parte degli impiegati non avrà la possibilità di essere reintegrata al lavoro

CHIETI. Esercizio provvisorio sempre più a rischio. La possibilità di far tornare a lavorare Teateservizi attraverso l’esercizio provvisorio per la riscossione dei tributi, riportando al lavoro il personale a casa da febbraio con il fallimento della partecipata comunale, trova sempre più ostacoli sul proprio cammino. L’ultimo riguarda il fatto che l’Organismo straordinario di liquidazione (Osl) ha deciso di affidare la riscossione coattiva – vale a dire le bollette non pagate per i tributi comunali che vanno dal 2018 al 2022 – all’Agenzia delle entrate (Ader). Togliendo una parte del lavoro che portava a termine la partecipata nell’ambito della riscossione, un’eventuale esercizio provvisorio potrà essere richiesto non per tutte le attività prima gestite dalla Teateservizi, e quindi non tutti i lavoratori potranno essere ripresi al lavoro. Un problema che si aggiunge a quelli già incontrati sulla strada dell’esercizio provvisorio.
Il curatore fallimentare della Teateservizi, l’avvocato Guglielmo Flacco, non commenta la decisione della Osl ma si limita a constatare che al momento nulla è cambiato su un altro fronte caldo, quello del contratto per la gestione delle riscossioni. Il contratto è oggetto di un ricorso al Tar da parte dell’Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che lo contesta sotto due aspetti. Proprio riguardo ai motivi di contestazione, il Comune, dopo incontri con l’Agcm e il curatore, ha modificato il contratto venendo incontro alle problematiche sollevate dall’Autorità garante. Ma da allora non si è saputo più nulla e il curatore ha detto più volte che non intende presentare domanda di esercizio provvisorio a partire da un contratto per la gestione del servizio che potrebbe non rivelarsi valido.
Di qui il momento di stallo che provoca difficoltà non solo ai dipendenti a casa senza stipendio, ma anche al Comune che non riesce a far ripartire le riscossioni. Tanto è vero che l’Osl, inviato al Comune per gestire il dissesto e risanare l’ente, ha deciso di muoversi affidando la riscossione coattiva all’Agenzia delle entrate che, però, generalmente si occupa solo della fase dei pignoramenti.
Sul piano politico non tutta la maggioranza del sindaco Diego Ferrara è d’accordo nell’attendere l’esercizio provvisorio. C’è chi, come il polo civico che fa capo al vicesindaco Paolo De Cesare, vorrebbe affidare tutta la riscossione, non solo la coattiva, all’Ader, chiedendo l’attivazione di una clausola di salvaguardia per i lavoratori rimasti a casa. Il polo civico sta preparando un emendamento da portare al prossimo consiglio comunale che chiede appunto di non attendere le decisioni del curatore per riattivare nel più breve tempo possibile il settore della riscossione.
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